Massimo Montanari, "Gli Album di Repubblica" 10/5/2002, 10 maggio 2002
Nel Medioevo i sapori dominanti sulla tavola sono tre: il forte o piccante, che si ottiene con la speziatura dei cibi, il dolce, con lo zucchero che dopo la scoperta dell’America tende a sostituire il miele, l’agro, ottenuto con aceto, limone o arancia amara
Nel Medioevo i sapori dominanti sulla tavola sono tre: il forte o piccante, che si ottiene con la speziatura dei cibi, il dolce, con lo zucchero che dopo la scoperta dell’America tende a sostituire il miele, l’agro, ottenuto con aceto, limone o arancia amara. Si fa uso di coloranti esotici per abbellire gli alimenti e dar loro un aspetto più goloso. Nel Rinascimento il cibo diventa un simbolo sociale: i contadini si nutrono di cipolle e pane nero, i nobili di pernici, pesci e vitelli. Tra Sette e Ottocento le cucine si diversificano a seconda delle aree geografiche: al Nord si continua a usare molto burro, al Sud invece si preferisce l’olio. Scompaiono menta, spezie e salse piccanti, abbondano zucchero, cacao e tè.