Varie, 11 maggio 2002
Tags : Emanuel Matteotti Ungaro
Ungaro EmanuelMatteotti
• Aix-en-Provence (Francia) 13 febbraio 1933. Stilista. «Uno dei grandi creativi della moda francese, è un uomo appassionato di politica. Di più: un uomo cresciuto a pane e politica. Quel suo secondo nome di battesimo - conosciuto solo dagli amici più stretti – l’ha voluto suo padre, antifascista espatriato in Francia. ”E io lo porto come un fiore all’occhiello”» (’La Stampa” 5/5/2002). «Il padre era un sarto pugliese che scappò dal fascismo. Poi la gavetta: ”Oggi ci sono le scuole. Un tempo c’erano gli atelier. Quando arrivai da Balenciaga mi disse: ”siediti su quello sgabello e comincia con il cucire le fodere delle giacche’”. Gli inizi, da solo: ”Certe volte ho avuto paura. Nessuno mi ha aiutato. Ho pregato. Ma sono sempre stato libero”. I segreti: ”Io non schizzo, non taglio. Prendo la tela bianca, la drappeggio sul corpo e costruisco l’abito”. I primi successi: ”Con il mio team , in armonia con la gioia, la passione, l’emozione, giorno dopo giorno”. I momenti bui: ”La critica ti stronca, ma tu devi andare per la tua strada, senza scendere a compromessi”. Già i compromessi, cioè il marketing: ”Ha ucciso la creatività, omologato tutti. Trendy? Una parola orribile che non ha nulla a che vedere con la libertà”. [...] Come icone di bellezza cita Ava Gardner, Anouk Aimée, Sophie Marceau, Sharon Stone, Bianca Jagger» (Paola Pollo, ”Corriere della Sera” 18/5/2003).