Varie, 11 maggio 2002
Tags : Cestmir Vycpalek
Vycpalek Cestmir
• Praga (Repubblica Ceca) 15 maggio 1921, Palermo 5 maggio 2002. Ex calciatore e allenatore, zio di Zdenek Zeman, da lui fatto arrivare in Italia • «Era stato un bravo giocatore, una brava mezzala di Juventus, Palermo, Parma, facendo poi - bene e benissimo - di queste tre squadre anche l’allenatore. morto nel trentesimo anniversario esatto della fine di suo figlio Cestino, scomparso insieme con altre 140 persone in una tragedia aerea a Palermo Punta Raisi, e nel giorno dello scudetto bianconero n. 26. Era arrivato alla Juventus nel 1946, dallo Slavia. Raccontava dei suoi stenti durante la guerra, dei suoi sette tremendi mesi nel campo di concentramento nazista di Dachau. Insieme con il connazionale Korostolev, che giocava all’ala, passava direttamente dal campo al ristorante, per saziare la fame bellica arretrata. Era mezzala, giocava con sapienza e con studiata lentezza, spesso mandando a rete un biondino che si chiamava Giampiero Boniperti. Si fermò nella Juventus un anno appena, disputando 27 partite e segnando 5 reti, ma lasciò un bel segno, riempiendosi di amicizia e di stima, oltre che di cibo. Passò al Palermo, si fece cinque stagioni splendide, scoprendo il mare di Mondello, gli spaghetti alle sarde e i segreti del calcio italiano. Poi risalì l’Italia sino a Parma, dove fu allenatore-giocatore sino al 1958 e si godette l’opera lirica che molto amava. Metteva su peso fisico e peso tecnico, intanto, e sempre teneva i contatti con Torino, dove il suo amicone Boniperti cominciava gli studi superiori per fare il superpresidente. Vycpalek fu allenatore anche a Siracusa ed a Mazara del Vallo, più una puntata nordista a Valdagno. Un giorno, abbracciando Boniperti che con la Juventus era sceso a Palermo, gli fece sapere che aveva voglia e bisogno di lavorare. Il suo ex collega di partita lo chiamò ad allenare le squadre giovanili bianconere, Vycpalek ritrovò Torino insieme con la moglie Ana e i figli Cestino e Daniele, poi Giampiero lo fece salire sino al ruolo di secondo di Armando Picchi chiamato a guidare la squadra massima. Nell’inverno del 1970 una malattia aggredì Picchi, in pochi mesi lo portò via, Vycpalek divenne l’allenatore della Juventus dove giocavano Anastasi, Haller, Causio, Bettega, grandi corsari in campo e fuori. Due scudetti, nel 1972 e nel 1973, la massima responsabilità panchinara bianconera sino a tutto il campionato 1973-74. Dicevano che Boniperti giocava attraverso di lui a fare il tecnico, ma la bonomia esperta di Cesto era spesso il toccasana decisivo per una squadra di fenomenali capiscarico. Gli diedero anche il Seminatore d’Oro. Poi funzionò nuovamente il richiamo di Palermo, dove si godeva, il più possibile al sole, quella vita che si era sgrumato duramente nella guerra mondiale e nelle sue battaglie personali contro il destino oltre che contro gli avversari. Nel calcio di adesso lui sicuramente non si ritroverebbe, i suoi pregi che erano la bontà, la serietà e la competenza travasata generosamente in altri, non usata troppo per la propria promozione, diventerebbero, in questi tempi, terribili difetti. Lui comunque riuscì ad allenare, ed a vivere, come giocava: agitandosi il giusto, mai di più, privilegiando la saggezza sul dinamismo, l’intelligenza sulla frenesia. Mancando magari per lentezza qualche pallone e qualche gol e qualche panchina, ma intanto non peccando mai di precipitazione, di avventatezza, di gaglioffaggine. Boniperti, che ieri lo ha ricordato così: ”Un uomo buono, un sapiente esperto del calcio, un amico. La notizia della sua morte mi ha aggredito nel giorno dello scudetto della Juventus, sarebbe stato bello ricevere da lui una telefonata felice, a commentare l’evento sportivo, invece è arrivata questa notizia che è una pugnalata”» (Giampaolo Ormezzano, ”La Stampa” 6/5/2002).