13 maggio 2002
De Vido Fiorella, di anni 58. Piacente signora, giovanile nell’aspetto e nei modi, un passato da creatrice di cestini e sedie in vimini nel laboratorio del fratello a Pieve di Soligo, Treviso
De Vido Fiorella, di anni 58. Piacente signora, giovanile nell’aspetto e nei modi, un passato da creatrice di cestini e sedie in vimini nel laboratorio del fratello a Pieve di Soligo, Treviso. Caschetto biondo sempre in ordine, vestita all’ultima moda, da quando aveva smesso di lavorare se ne andava in giro chissà dove con la sua jeep, incurante delle gelosie del marito, Lorenzon Francesco, di anni 61, imprenditore edile in pensione, proprietario di case, capannoni e appartamenti. Da tre anni costui, accanito fumatore, burbero, gusti semplici, appassionato di Ferrari e caccia, forse per dimenticare il matrimonio ormai finito mandava giù litri di vino o birra e cenava ogni sera alla trattoria ”Casteo da Daniele”: un piatto di carne, una partita a scopa con gli amici, qualche bottiglia. Una settimana fa aveva comprato una pistola annunciando che gli serviva per ammazzare la moglie e il figlio che ancora viveva con loro, Andrea, di anni 25. Senza discutere, la De Vido aveva fatto sparire l’arma sotto una pila di carta per la fotocopiatrice. Nel pomeriggio del 29 aprile il Lorenzon ingollò dieci lattine di birra chiuso nella sua macchina, davanti casa. Poi spalancò lo sportello e senza nemmeno richiuderlo si precipitò in casa con l’urgenza di attaccar briga con la moglie. Dopo averle strappato qualche ciuffo biondo, non trovando la pistola, scese in cantina a prendere uno dei suoi quattro fucili da caccia. Le sparò per due volte, al fianco destro, lasciandola riversa ai piedi della scala che porta al piano superiore. Dipoi salì in camera, sedette sul letto, si puntò la canna sotto al mento e premette di nuovo il grilletto. In una villetta a due piani, appena restaurata, piena di soprammobili raffinati e bottiglie vuote a Borgo Schiavino, Pieve di Soligo, Treviso.