Renato Rizzo, "La Stampa" 9/5/2002, 9 maggio 2002
Luigi Anton Laura, ottant’anni, famoso collezionista, ha deciso di donare al Fai la sua villa-museo di Ospedaletti, un’ex chiesa anglicana dove custodisce quattromila pezzi, in gran parte francesi e inglesi del XVIII secolo, e oggetti dell’Oriente vicino e lontano (tra gli altri, un monaco d’epoca Ming in ceramica invetriata)
Luigi Anton Laura, ottant’anni, famoso collezionista, ha deciso di donare al Fai la sua villa-museo di Ospedaletti, un’ex chiesa anglicana dove custodisce quattromila pezzi, in gran parte francesi e inglesi del XVIII secolo, e oggetti dell’Oriente vicino e lontano (tra gli altri, un monaco d’epoca Ming in ceramica invetriata). Professore di storia dell’arte con baffetti «alla Clark Gable», Laura cominciò la sua carriera nel dopoguerra con 500 lire, viaggiando nell’Inghilterra dei gran signori in crisi economica, dove «se si arrivava per primi e si aveva un po’ di fiuto» si potevano acquistare per poco mobili e arredi importanti. Poi andò in Francia, a Parigi e sulla Costa Azzurra, e in Oriente con la moglie Nera: sulla mastodontica Rolls Royce del ’54 macinarono 47 mila chilometri attraverso Jugoslavia, Turchia, Siria, Iran e Irak. Quindi ci furono le missioni in Cina e in India («Almeno una dozzina, con soste di sei mesi») e altri viaggi, sempre e comunque per lavoro: «Mai stati alle Maldive e alle Seychelles: cosa ci andremmo a fare?».