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 2002  maggio 20 Lunedì calendario

Compagnoni Vittoria, di mesi otto. Si chiamava così in memoria di suo nonno, Zen Vittorio, morto pochi mesi prima che lei nascesse

Compagnoni Vittoria, di mesi otto. Si chiamava così in memoria di suo nonno, Zen Vittorio, morto pochi mesi prima che lei nascesse. A decidere il suo nome la madre Zen Loretta, di anni 31, casalinga di poche parole ma simpatica, abituata a farsi passare il malumore con lunghe passeggiate nelle montagne della Valtellina, una breve parentesi da cameriera in un locale di Santa Caterina Valfurva, nessuna passione per lo sci nonostante uno zio istruttore. Loretta viveva in una villetta rosa a due piani a Cadalbert, frazione di Madonna dei Monti, Sondrio, insieme all’altra figlia, Elisa, di anni 11, e al marito Compagnoni Venanzio, di anni 39, autista nell’impresa edile ”Al. To”. Piuttosto provata per la morte del padre e la nascita della figlia, da qualche mese la Zen trovava insufficienti le passeggiate tra i monti e le visite alla madre Onorina e aveva preso a vedere uno psichiatra, tre volte a settimana, a Bormio. Domenica 12 si recò insieme alla famiglia in casa dei genitori per celebrare la festa della mamma. Dopo champagne e crostata il Compagnoni prese la figlia maggiore e andò a far benzina a Livigno. Poco prima delle 18 il resto della famiglia si recò a messa. Rimasta sola in casa, la Zen mise in lavatrice tovaglia e tovaglioli incrostati di briciole, poi come in trance infilò nel cestello anche la figlia con la sua tutina rossa. Aggiunse il detersivo e avviò il programma. Al suo ritorno, il Compagnoni trovò la moglie che fissava inebetita l’oblò. In via Paris, Madonna dei Monti, strada che taglia in due la frazione di Santa Caterina Valfurva per dirigersi verso Valle Zebrù, alta Valtellina, Sondrio.