Paolo Mastrolilli, "La Stampa" 22/5/2002, 22 maggio 2002
Stephen Jay Gould, nato a New York il 10 settembre 1941 da Leonard Gould, stenografo del Tribunale e militante comunista, ed Eleanor Gould, artista e imprenditrice
Stephen Jay Gould, nato a New York il 10 settembre 1941 da Leonard Gould, stenografo del Tribunale e militante comunista, ed Eleanor Gould, artista e imprenditrice. Decise di far lo scienziato a cinque anni: il padre lo portò all’American Museum of Natural History, lui vide lo scheletro del Tyrannosaurus Rex e ne rimase insieme spaventato e affascinato. Elementari alla Scuola Pubblica numero 26, superiori alla Jamaica High School, laurea in geologia all’Antioch College dell’Ohio, dottorato alla Columbia University: a 26 anni era già professore a Harvard, dove non era riuscito a entrare da studente ("Non accettavano molti ebrei figli di comunisti come me") e dove sarebbe rimasto per tutta la vita, elaborando nel dettaglio la teoria del "punctuated equilibrium" (gli equilibri punteggiati) già ipotizzata da ragazzo insieme all’amico Niles Eldredge. Analizzando i fossili, in sostanza, Gould aveva notato che c’erano dei salti tra i vari cambiamenti subìti da una specie. Secondo i suoi colleghi, darwinisti ortodossi, ciò significava semplicemente che i campioni raccolti non erano completi; secondo lui l’assenza di collegamento tra una forma e l’altra stava invece a dimostrare che l’evoluzione non è un processo graduale, ma piuttosto una confusa e casuale successione di sbalzi. "Un darwinismo nervoso e veloce: se non troviamo i resti fossili dell’anello mancante tra noi umani e le scimmie è solo perché non esistono. Il panda non ha il pollice come noi? Se ne crea uno dalle ossa del polso, pur di strappare i dolci bambù. Natura facit saltus" (Gianni Riotta). La sua specialità erano le lumache di terra delle Bahamas: quando ne trovava una festeggiava mettendosi a cantare a pieni polmoni. Due mogli, due figli, una passione per il baseball (teneva per gli Yankees): nei suoi articoli mescolava Joe Di Maggio e Charles Darwin, "per far capire la scienza anche al lattaio dei Queens". Ventisette libri, trecento articoli, anni e anni di lezioni universitarie: "Tanta abbondanza non poteva non suscitare critiche, che lui liquidava come "gelosie", con un pizzico di arroganza". Gli attacchi arrivavano da tutte le parti: "I creazionisti, convinti che l’universo è stato fatto da Dio secondo la tradizione biblica, ci litigavano perché lui si batteva per l’insegnamento dell’evoluzionismo nelle scuole. Gli evoluzionisti ortodossi invece lo guardavano storto, perché in fondo con la sua teoria dell’equilibrio punteggiato non aveva chiuso in maniera definitiva la porta all’ipotesi dell’intervento divino nella storia del mondo" (Paolo Mastrolilli). Lui si difendeva citando il motto della Paleontological Society: "Frango ut patefaciam", "rompo per rivelare". E’ morto di cancro ai polmoni il 20 maggio 2002, nella sua casa di New York.