27 maggio 2002
Pasini Giulia, di anni 7. Capelli corti a incorniciarle il viso, chiacchierina e tranquilla, incurante che da tempo la madre, Barbato Elisa, di anni 35, originaria di Caserta, cameriera nella pizzeria ”Turismo”, seminasse in giro bigliettini su cui aveva scritto che non ne poteva più di ”vivere tra casa e lavoro” e litigasse in continuazione col marito, Pasini Walter, di anni 49
Pasini Giulia, di anni 7. Capelli corti a incorniciarle il viso, chiacchierina e tranquilla, incurante che da tempo la madre, Barbato Elisa, di anni 35, originaria di Caserta, cameriera nella pizzeria ”Turismo”, seminasse in giro bigliettini su cui aveva scritto che non ne poteva più di ”vivere tra casa e lavoro” e litigasse in continuazione col marito, Pasini Walter, di anni 49. Costui, operaio in una fabbica di cavi metallici, nelle ore libere faceva il contadino in un podere a Dozza Imolese, secondo alcuni per racimolar più denaro, secondo altri perché non desiderava particolarmente star con la moglie, sposata ”solo per avere una donna in casa”. L’altra mattina la Barbato non andò a lavoro per aspettare il tecnico della caldaia. Giulia, a scuola, disegnò un drago verde circondato da fiori e lumache e lasciò creazione e colori in disordine sul banco. A pranzo i genitori discussero di nuovo: alla fine il Pasini diede due ceffoni alla moglie e se ne andò sbattendo la porta. Dopo poco costei si avvicinò a Giulia e l’accoltellò. Poi si recò in bagno e, guardandosi allo specchio, si piantò la lama da venticinque centimetri nel collo. Indi entrò nella vasca e si colpì di nuovo al fianco. Infine sistemò il coltello per terra, con la punta verso l’alto, e vi si afflosciò sopra. Fu il marito, al suo ritorno, a toglierle la lama dal cuore. Intorno alle 17 di venerdì 17, al secondo piano di una palazzina ocra composta di otto appartamenti nel quartiere Colombarina, a ridosso dell’autodromo di Imola.