Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  maggio 29 Mercoledì calendario

Ti curo, ma non ti tocco. Che cos’è la pranoterapia? La pranoterapia è una tecnica che consiste nell’imposizione delle mani sulla parte malata di una persona, nel presupposto che queste emanino un fluido benefico, il «prana» (in sanscrito, energia vitale)

Ti curo, ma non ti tocco. Che cos’è la pranoterapia? La pranoterapia è una tecnica che consiste nell’imposizione delle mani sulla parte malata di una persona, nel presupposto che queste emanino un fluido benefico, il «prana» (in sanscrito, energia vitale). A cosa serve? La prima azione del «prana» è quella di ristabilire l’equilibrio nervoso. Ma risultati positivi si hanno anche sull’emicrania, sui disturbi femminili e digestivi, sui dolori alle ossa dovuti ad artrosi o artrite (grazie all’azione antinfiammatoria di questa tecnica), sull’asma e sulle allergie. adatta a tutti? Sì, non ci sono controindicazioni particolari. Tutt’al più, può non avere alcun risultato. Ma di sicuro non fa mai male. Come si svolge una seduta? Si comincia con la fase di armonizzazione, che ha lo scopo di eliminare le tensioni: il terapeuta fa eseguire al paziente alcuni tipi di respirazione. Poi impone le mani, rintracciando, secondo la propria sensibilità e i disturbi accusati dalla persona, i punti che hanno bisogno di riequilibrarsi dal punto di vista energetico. Le dita scorrono a 2-3 cm di distanza dal corpo, dalla testa fino ai piedi. Subito dopo le mani, con il palmo completamente aperto (o anche solo i polpastrelli) vengono appoggiate sul corpo per circa un minuto. Ci sono effetti collaterali? No. Al termine di una seduta ci si può sentire stanchi o avvertire una sensazione di freddo. In alcuni casi possono verificarsi lievi capogiri. Questo accade perché la pranoterapia punta a rimuovere le cause profonde del disagio e agisce sul sistema nervoso. Ma bastano pochi minuti per sentirsi meglio. In che modo si concilia con la medicina tradizionale? Molto bene. La pranoterapia non esclude altri trattamenti. Anzi, in combinazione con i farmaci o con ulteriori terapie, diventa molto più efficace. Come distinguere un terapista serio da un ciarlatano? Non è serio chi garantisce subito grandi risultati e promette guarigioni. Il vero pranoterapeuta non visita e non fa diagnosi, non prescrive altre terapie e, soprattutto, non chiede al paziente di sospendere quelle che sta facendo. Consulta gli esami in possesso della persona, ma non sente il polso e non prova la pressione. Quanto può durare la terapia? Si va da un minimo di 2 o 3 a un massimo di 10-12 sedute, una volta alla settimana. Tutto dipende dal tipo di patologia di cui si soffre, dalle sue vere cause e dalla difficoltà a individuarle. Bisogna fare in modo che il paziente ne prenda coscienza. Quanto costa un trattamento? Dai 16 ai 26 euro a seduta, a seconda delle condizioni del paziente e di quanto tempo richiede la seduta. Si può fare anche in acqua? Sì e in questo caso si parla di idropranoterapia: lo specialista trasmette il «prana» all’acqua, che acquista diverse proprietà. Se usata con una crema o un tonico purifica la pelle, elimina gli arrossamenti e le screpolature provocate dal freddo o dall’esposizione al sole, rende la carnagione più luminosa e rilassata, facilita la cicatrizzazione delle ferite. Bevuta, ha invece proprietà diuretiche, energizzanti, rilassanti e antistress.