Andrea Casalegno, "Ventiquattro" 6/2002, 4 giugno 2002
«Vittorini mi corresse qualche parola. E, in un caso almeno, mi fece sbagliare. In uno dei primi capitoli del "Sergente" scrissi che nel nostro avamposto sul Don macinavamo la crusca con un pestello di fortuna, ricavato da un tronco
«Vittorini mi corresse qualche parola. E, in un caso almeno, mi fece sbagliare. In uno dei primi capitoli del "Sergente" scrissi che nel nostro avamposto sul Don macinavamo la crusca con un pestello di fortuna, ricavato da un tronco. "Non si dice crusca - affermò Vittorini - la crusca è un’altra cosa: si dice semola". "Da noi la chiamiamo così", gli risposi. Ma naturalmente m’inchinai alla sua autorevolezza. Così nel libro è rimasto "semola". Poi verificai sul vocabolario: avevo ragione io. Ma poco male» (Mario Rigoni Stern).