Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  giugno 04 Martedì calendario

«Vittorini mi corresse qualche parola. E, in un caso almeno, mi fece sbagliare. In uno dei primi capitoli del "Sergente" scrissi che nel nostro avamposto sul Don macinavamo la crusca con un pestello di fortuna, ricavato da un tronco

«Vittorini mi corresse qualche parola. E, in un caso almeno, mi fece sbagliare. In uno dei primi capitoli del "Sergente" scrissi che nel nostro avamposto sul Don macinavamo la crusca con un pestello di fortuna, ricavato da un tronco. "Non si dice crusca - affermò Vittorini - la crusca è un’altra cosa: si dice semola". "Da noi la chiamiamo così", gli risposi. Ma naturalmente m’inchinai alla sua autorevolezza. Così nel libro è rimasto "semola". Poi verificai sul vocabolario: avevo ragione io. Ma poco male» (Mario Rigoni Stern).