Macchina del Tempo n.6, giugno 2002, pag.45, 4 giugno 2002
Vita da pescecani. Poveri squali. Ogni anno centinaia di migliaia di tonnellate finiscono la loro carriera sui piatti dei ristoranti di Hong Kong (per la zuppa a base di pinne) o nelle industrie cosmetiche e chimiche (l’olio di fegato serve per cosmetici, lubrificanti e vitamine)
Vita da pescecani. Poveri squali. Ogni anno centinaia di migliaia di tonnellate finiscono la loro carriera sui piatti dei ristoranti di Hong Kong (per la zuppa a base di pinne) o nelle industrie cosmetiche e chimiche (l’olio di fegato serve per cosmetici, lubrificanti e vitamine). A ciò si aggiunge la loro pessima fama. Eppure, le probabilità di morire azzannati dalle fauci di uno squalo sono molto meno alte rispetto a quelle di perire per un morso di vespa o di serpente. Si stima, infatti, che in tutto il mondo i pescecani compiano ogni anno da 70 a 100 attacchi all’uomo, dei quali 5-15 mortali. Come si spiega, allora, la loro terribile fama di predatori? Colpa (o merito) dei film della saga ”Lo squalo”, tratti dai fantasiosi racconti di Peter Benchly, che aveva romanzato alcuni assalti realmente accaduti all’inizio del secolo nel New Jersey, negli Usa. Secondo gli studiosi, del resto, su circa 350 specie di squali, sono 27 quelle che attaccano persone o barche, e una quarantina quelle giudicate potenzialmente pericolose. Tutte le altre sono innocue. Nel Mediterraneo, poi, i numeri si riducono sensibilmente: su 45 specie che nuotano nelle nostre acque, sono 14 quelle da temere. Anche se, in realtà, i predatori documentati sono soprattutto il grande squalo bianco (Carcharodon carcharias) lungo fino a 5,5 metri e diffuso lungo la rotta dei tonni, e la verdesca (Prionace glauca), lunga 4 metri e dal dorso azzurro. Del tutto innocuo, nonostante i 9-10 metri di lunghezza, lo squalo elefante (Cetorhinus maximus), che si nutre di solo plancton. D’altra parte, in quasi un secolo gli attacchi documentati ad esseri umani nel nostro mare risultano 42 (uno ogni due anni), di cui la metà fatali. In ogni caso, per ridurre il rischio di attacchi, gli esperti consigliano di non nuotare di notte o all’imbrunire, quando gli squali sono più attivi; di non entrare in acqua se si hanno mestruazioni o ferite (l’olfatto degli squali è acutissimo); di non indossare costumi troppo colorati o gioielli (i cui luccichii sono simili alle squame dei pesci); di fare attenzione nei litorali sabbiosi e alle rive scoscese: sono i loro luoghi preferiti.