Macchina del Tempo n.6, giugno 2002, pag.48, 4 giugno 2002
L’età dei pesci? La rivelano le squame. Una squama di pesce, vista al microscopio, non è liscia, ma porta incisi dei cerchi
L’età dei pesci? La rivelano le squame. Una squama di pesce, vista al microscopio, non è liscia, ma porta incisi dei cerchi. Lo strano disegno somiglia moltissimo a quello del piano in sezione di un tronco d’albero. La squama ha gli stessi anelli concentrici che si formano ogni anno sulla pianta, raccontandoci la sua età. Anche le squame sono un’autobiografia, ma molto più esauriente: ogni anno si aggiungono diversi anelli e la frequenza dell’accrescimento cambia con le stagioni. Si può calcolare non solo l’età del pesce, ma anche il tempo che ha trascorso in mare e quante volte ha depositato le uova. Quando un salmone, per esempio, va dall’acqua dolce a quella salata, dove il cibo è più abbondante, la crescita è visibilmente più rapida. Ogni pesce viene al mondo con un determinato patrimonio di squame, il cui numero rimane fisso per ciascuna specie: rispuntano solo per sostituire quelle perdute. A mano a mano che l’animale cresce, aumentano le dimensioni delle scaglie, perché ogni volta si formano nuovi cerchi intorno al bordo: come l’albero che aggiunge nuovi pannelli al fusto. Il metodo per decodificare l’autobiografia dei pesci è stato scoperto dagli studiosi Johnston e Dahl che hanno lavorato, uno in Inghilterra e uno in Norvegia, alla fine dell’Ottocento. Oggi, grazie a loro e al microscopio, la lettura di una squama per gli esperti è diventata facile. L’industria ittica si serve di questo metodo per stabilire a quale età determinati pesci emettono le uova. E per proibirne la cattura se, in una popolazione, il momento riproduttivo non è giunto. Ma le squame di alcune specie hanno segni che non si riesce tuttora a interpretare: la privacy innanzi tutto!