varie, 4 giugno 2002
Tags : Bertie Ahern
Ahern Bertie
• (Patrick Bartholomew Ahern) Dublino (Irlanda) 12 settembre 1951. Politico. Ex primo ministro («Taoiseach», in gaelico) della Repubblica d’Irlanda (1997-2008) • «[...] Se ne va azzoppato da una logorante inchiesta per corruzione. Ma è sotto di lui che uno dei Paesi più poveri d’Europa si è trasformato in “Tigre Celtica” sull’onda di un impetuoso boom economico. Ed è grazie anche a lui se in Ulster si è arrivati ad una storica pace tra protestanti e cattolici. [...] [...] leader del Fianna Fail, il partito di centrodestra di maggioranza relativa in parlamento. L’inchiesta giudiziaria riguarda somme di denaro che gli avrebbero dato sottobanco alcuni amici e uomini d’affari all’inizio degli anni ’90, quando era ministro delle Finanze» (“la Repubblica” 3/4/2008) • «Abile, astuto, sornione. Ha attraversato cinque anni di fuoco, una legislatura che Denis Coghlan, commentatore politico dell’“Irish Times”, definisce “un terremoto”. Ha perso due referendum, uno sulla ratifica del trattato di Nizza, che fece tremare le pareti dell’Unione Europea, e uno su una legge per rendere più difficile l’aborto, materia di fuoco in un Paese cattolico come l’Irlanda, ma non sembra essere neppure scalfito nella sua tranquilla gestione del potere. Ha perso per strada alleati di governo e ministri, travolti da una serie di scandali che avrebbero distrutto la reputazione e il morale di navigati uomini politici. Invece lui è ancora lì e, anzi, in questo trambusto sembra rifiorire. Il suo segreto? Il motore del successo, pare di capire, sono i soldi. L’Irlanda, una terra che aveva fatto dell’austerità, se non della miseria ottocentesca, una regola di vita, nell’ultimo decennio ha scoperto il piacere frusciante del denaro e, per lunghi periodi, ha vantato un’economia che cresceva come nessun’altra in Europa. La voglia di arricchirsi, nella cosiddetta “Tigre celtica”, ha contagiato tutti, gli onesti e quelli che preferiscono le scorciatoie, e a lungo l’unico tema di dibattito è stata la corruzione. Ma lui ha galleggiato su questa marea come un turacciolo inaffondabile. Infatti, non aveva neppure sei mesi di vita, nel 1997, la coalizione che aveva creato tra Fianna Fail e il partitino liberista dei Democratici progressisti (Pd), quando già il ministro degli Esteri, Ray Burke, si doveva dimettere per speculazioni immobiliari nella regione di Dublino. Allora Ahern non prese una posizione decisa, al punto che Mary Harney, leader dei Pd, compì un gesto inusuale: mise in dubbio la propria saggezza politica, per essersi alleata con un uomo che non garantiva la verità. Eppure Ahern oggi è vincente, mentre i Pd rischiano di far eleggere solo un deputato, o nemmeno quello. Ma era solo l’inizio. […] Ogni volta Ahern ha accettato di indagare, ma sempre controvoglia, come se non avesse voglia di fare il moralista sui vizietti finanziari dei suoi connazionali. Ovvio quindi che gl’irlandesi abbiano trovato in lui un fratello maggiore, più che un severo primo ministro. Ma naturalmente il “Taoiseach” ha anche governato: anzi, con il premier britannico Tony Blair è riuscito a pacificare l’Irlanda del Nord, un successo che da solo basta a garantirgli una citazione nei manuali di storia» (Alessio Altichieri, “Corriere della Sera” 18/5/2002).