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 2002  giugno 04 Martedì calendario

BERSELLINI

BERSELLINI Eugenio Borgo Val di Taro (Parma) 10 giugno 1936. Ex calciatore. Centrocampista di medio livello (giocò in B e C) divenne popolare come allenatore, cominciando nel ”69 al Lecce in C. Como, Cesena, Sampdoria prima della grande occasione: nel 1977-78 lo chiamò l’Inter di Fraizzoli, dove rimase cinque stagioni, vincendo due Coppe Italia e lo scudetto 1979-80. Successivamente allenò Torino, Samp, Fiorentina, Avellino, Ascoli, Como, Modena, Bologna, Pisa e Saronno. Nel 1998-99 fu nominato c.t. della nazionale di Libia, poi guidò l’Al Haly (che portò al titolo). Nel 2002 conquistò il titolo libico con l’Al Ittihad, rompendo un digiuno che durava da 12 anni. La squadra aveva la sua stella in Al Saadi Gheddafi, figlio del colonnello che guida il Paese • «La macchina stava svoltando in via Mellerio, zona Cadorna, Milano. A un certo punto, la signora Renata perse la pazienza. ”E basta con questo Bersellini! - disse all’improvviso la signora, trasformando il borbottìo in veemente filippica -. Non se ne può più di uno come lui. Sbaglia formazione, fa dei cambi assurdi. Basta, bisogna mandarlo via”. Il tassista non credeva alle proprie orecchie: la first lady dell’Inter, moglie del presidente Ivanoe Fraizzoli (’Nana, non agitarti, stai calma”) stava comunicando ufficialmente l’intendimento dell’F.C. Internazionale di liberarsi del proprio allenatore, Bersellini Eugenio da Borgo Val di Taro, provincia di Parma, che in quel momento stava scollinando la quarta stagione sulla panchina dei bauscia . La storia racconta che il tentativo di defenestrare ”Genio” (così lo chiamava il ruspantissimo general manager Beltrami) fallì miseramente, perché i tempi non erano ancora maturi e perché la Beneamata, con lo scudetto 1980 cucito sulla maglia (l’Inter di Bordon, Baresi, Oriali, Altobelli e Beccalossi), era approdata alla semifinale di Coppa dei campioni. Il divorzio si sarebbe consumato l’anno successivo, dopo la vittoria della Coppa Italia (la seconda) nel maggio 1982. Tra le lacrime vere di mezza squadra, e quelle di coccodrillo dell’altra metà, Bersellini chiuse il capitolo-Inter per trasferirsi a Torino, sponda granata. […] Lo scudetto vinto in Libia nel 2002 è stato rocambolesco, come raccontano le cronache: assunto all’inizio della stagione da Al Saadi Gheddafi, figlio del Colonnello e tifoso della Juve (al punto di averne comprata un pezzettino), fu licenziato a gennaio perché su nove partite ne aveva vinte otto e pareggiata una, sostituito da un mister argentino e infine richiamato a furor di popolo un mese fa. La squadra era seconda a cinque punti dall’Al Nasr di Bengasi, che sta all’Al Ittihad come l’Inter sta alla Juve. Bersellini decise una cura d’urto: una settimana di clausura a Malta prima di lanciare la campagna di aggancio al vertice conclusasi con un trionfale 6-1. In vetta a parità di punti, ha deciso la differenza reti: Al Ittihad campione, Al Nasr come l’Inter. Cornuta e mazziata. […] In un campionato che deve ancora crescere, con buone prospettive future, Bersellini ha portato ordine e praticità di gioco, mischiandosi alla multietnica popolazione di mister che annovera tecnici slavi, rumeni e sudamericani. Il sergente di ferro dei tempi nerazzurri, quello che costringeva i giocatori a correre dentro a una piscina o a rafforzare i garretti attraversando campi appena arati, si è un po’ ammorbidito, ”perché invecchiando si diventa più buoni”, o più verosimilmente perché in Libia le pressioni sono meno angosciose e si può lavorare in santa pace. Ecco perché, su 16 partite da lui dirette, 14 sono state vinte, una pareggiata e una sola persa: ”E tutto questo - precisa con una punta d’orgoglio - attraverso un calcio bello e frizzante. Non scherzo mica, ci sono le videocassette a dimostrarlo”» (Claudio Colombo, ”Corriere della Sera” 19/5/2002).