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 2002  giugno 04 Martedì calendario

DAVIGO Pier Camillo

DAVIGO Pier Camillo Nato a Candia Lomellina (Pavia) il 20 ottobre 1950. Magistrato. Ex pm di Mani Pulite. «Del pool Mani pulite è la mente indiscussa e il pm con l’ufficio meglio tenuto, nel cui ordine spiccano una boccetta di Acqua Velva e una cartellina titolata ”Per una vecchiaia serena”. La cartellina è il terrore dei giornalisti: in essa sono contenute le decine di querele per diffamazione intentate dal magistrato. Le sue querele sono le più gustose. Un quotidiano è stato querelato per aver informato i lettori che Piercamillo è soprannominato Piercavillo. Un malaugurato refuso (’Pircavillo”) è stato considerato dal sostituto procuratore un’aggravante. Altro nomignolo, più gradito da titolare, è ”Davigonomics”, dovuto alle lucide analisi economiche che egli ama illustrare alle cene del Lyon’s. In sintesi, pensa che in Italia ci sia un eccesso di garanzie, poca gente in carcere e un paio di gradi di giudizio di troppo. Non porta i calzini, ama rovesciarli» (’Dizionario dei nuovi italiani illustri e meschini”, 10/10/1998). «[...] hanno scritto che voleva ”ribaltare l’Italia come un calzino”. Lui ha querelato, ha incassato un bel po’ di soldi ed è andato avanti per la sua strada. [...] Sconfessa preventivamente ogni virgolettato Piercamillo Davigo: ”Se appaiono mie frasi su un giornale, sono pronto a smentirle fin da ora”. [...] chiamato non a caso ”il dottor Sottile”. [...] la toga indosso dal ’78, nel suo curriculum il processo contro il boss Epaminonda, lo scandalo dei casinò e dal ’92 Tangentopoli - non si dimentica la lingua tagliente in ogni occasione. Come per l’inaugurazione dell’ultimo anno giudiziario a Milano, quando rimase in giacchetta per essere più libero di parlare senza problemi: ”Un magistrato nell’esercizio delle sue funzioni è tenuto ad applicare le leggi, anche se non gli piacciono. Ma da cittadino si possono criticare: la riforma della Giustizia approvata in Parlamento è piuttosto una riforma dei magistrati. Non va nel senso della Costituzione, ma in senso decisamente contrario” [...]» (Fabio Poletti, ”La Stampa” 18/3/2005).