Varie, 4 giugno 2002
LICITRA Salvatore
LICITRA Salvatore Berna (Svizzera) 10 agosto 1968, Catania 5 settembre 2010. Tenore. Balzato agli onori delle cronache nel 2002, quando sostituì Luciano Pavarotti al Metropolitan di New York • «Figlio di immigrati siciliani, che nel 1968 decisero di tentare la fortuna in Svizzera […] in tutte le interviste ci tiene a definirsi italiano. Poco tempo dopo la sua nascita la famiglia si era trasferita a Milano, dove lui è cresciuto, sognando di fare il grafico. Sì, perchè anche avendo la voce, ci vuole coraggio a credere di avere un futuro nell’opera. A 19 anni, però, aveva cominciato a prendere lezioni di canto all’Accademia musicale di Parma. Una volta lo sentì il maestro Carlo Bergonzi, e decise che era abbastanza bravo da prenderlo gratis come allievo. Aveva visto giusto, perchè da allora in poi è arrivato un successo dopo l’altro. Prima col debutto al Regio di Parma, nel 1998, interpretando Riccardo nel Ballo in Maschera, e poi con l’esordio del marzo 1999 alla Scala, nella Forza del Destino diretta da Riccardo Muti. Dice che il fiato se l’è fatto da bambino, allargandosi i polmoni con il nuoto, e appena può cerca di andare in montagna a sciare, perchè il freddo della Svizzera deve essergli rimasto nelle ossa più del sole della Sicilia. Era famoso soprattutto per una nota che non aveva potuto cantare. Era l’anno 2000, alla Scala, e andava in scena il Trovatore diretto sempre da Muti. Il maestro gli vietò di fare il do di petto nell’aria Di quella pira, e lui obbedì, tra le proteste del pubblico» (Paolo Mastrolilli, “La Stampa” 14/5/2002) • «Ciò che piace agli americani di Licitra non è solo la voce o lo stile ma anche la storia personale: la parabola del giovane che scopre la passione per il canto solo a 19 anni su suggerimento della madre e che poi, divenuto famoso, continua ad accettare le offerte di performance nei teatri di provincia racchiude un ritratto che somma genuinità, umiltà e successo. Piace anche lo stile poco convenzionale: non ci sono più sciarpa e cappello alla Pavarotti ma gli abiti casual di un tenore [...] a cui piace guidare, nuotare in mare aperto e che è stato visto indossare stivali da cowboy e che sembra fare di tutto per non atteggiarsi a grande divo. Per avere un’idea del giudizio che circonda su Licitra bisogna leggere le critiche locali: se fu il “New York Times” a lanciarlo benedicendo il debutto al Metropolitan, il “San Francisco Chronicle” non è stato da meno dopo la performance [..] alla Zallerbach Hall con il Nessun dorma dalla Turandot di Puccini. “La sua voce è stata espansiva, potente, superba e lo charm del tenore ha ammaliato il pubblico” ha scritto il critico Joshua Kosman. In effetti Licitra oltre a cantare dimostra di saper deliziare il pubblico con gesti ed espressioni teatrali sottolineati [...] dall’apprezzamento del pubblico. “Non ci sono molti uomini in grado di calzare le scarpe di Pavarotti - è stato il giudizio di “Newsweek” - ma Salvatore Licitra sembra destinato a farlo, le sue performance non hanno rivali fra gli altri tenori italiani, per la confidenza teatrale e la forza dei toni viene paragonato al grande napoletano Enrico Caruso”. “Posso solo ringraziare New York per quello che rappresenta per me, è una terra magica alla quale sarò grato in eterno” ha commentato il tenore alla vigilia di Un ballo in maschera, lamentando il fatto che in Italia invece il suo lavoro sia accompagnato da giudizi assai differenti. “Accetto le critiche quando sono costruttive ma c’è chi travisa completamente la realtà” ha dichiarato, sollevando il sospetto di “strane manovre contro di me, tenore italiano figlio di immigrati siciliani in Svizzera”» (Maurizio Molinari, “La Stampa” 2/4/2004).