Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  giugno 04 Martedì calendario

SCARONI

SCARONI Paolo Vicenza 28 novembre 1946. Manager. Amministratore delegato dell’Eni. Dal 2002 al 2005 era stato amministratore delegato dell’Enel, dal 1996 al 2002 di Pilkington, azienda inglese produttrice di vetri industriali Nel ’69 ha cominciato alla Chevron, poi è passato alla McKinsey, quindi alla francese Saint Gobain. Nell’85 entra in Techint, dove ha gestito diverse acquisizioni in sede di privatizzazione (come Siv, Italimpianti e Dalmine). Infine il passaggio alla multinazionale del vetro Pilkington • «Uno dei manager italiani più conosciuti all’estero, amministratore delegato del gruppo inglese Pilkington (una delle più grandi multinazionali del vetro, con 28mila dipendenti e un fatturato di quasi diecimila miliardi delle vecchie lire) [...] A riportarlo in Italia ci avevano già provato i fondi comuni che lo volevano proprio nel consiglio d’amministrazione dell’Enel, poi il governo di centrosinistra, che gli propose la guida dell’Alitalia e quella di Finmeccanica. Aveva sempre ringraziato, dicendosi lusingato, ma gli inviti erano stati regolarmente declinati. Nel nostro Paese preferiva tornare soltanto per qualche fine settimana sulle colline vicentine. La passione per la sua terra e per il calcio lo spinsero però ad accettare la presidenza del Vicenza per il campionato1997-1998, ma presto si rese conto che il pallone e il suo sogno di portare in borsa la squadra che seguiva fin da bambino col padre Bruno - direttore fino al 1983 della locale associazione degli industriali - erano incompatibili con il moltiplicarsi degli impegni internazionali. Laureato in Economia alla Bocconi, con un master alla Columbia di New York (oggi siede nel board della business school della prestigiosa università americana), ha iniziato la sua carriera nel 1968 alla Chevron per poi passare come consulente alla McKinsey. Ma è nel 1973 che trova la sua strada nell’industria del vetro, entrando nella francese Saint Gobain con la quale resterà fino al 1985, lavorando tra Milano, Parigi e l’America latina e arrivando ad assumere la responsabilità di tutte le attività della divisione ”vetro piano” del gruppo a livello mondiale. Nell’85 c’è il primo ritorno in Italia con la carica di vicepresidente e amministratore delegato in Techint, dove è responsabile, oltre che delle attività nel nostro Paese del gruppo Rocca, anche di numerose altre controllate. Tra il 1993 e il 1996 ha gestito per Techint le privatizzazioni di Siv, Italimpianti e Dalmine. Prima di ripartire dall’Italia trovò il tempo di scrivere un best-seller per Mondadori, dal titolo Professione manager. Poi, sei anni fa, l’inizio dell´avventura londinese con la direzione delle attività mondiali della divisione vetri per automobili e l’ingresso nel ”board of director” della Pilkington. Da amministratore delegato della multinazionale britannica mette a punto un piano di ristrutturazione premiato dai mercati, soprattutto dalla Borsa di Londra, dove il titolo raddoppiò il suo valore in soli tre mesi. Nel 2001 inizia un nuovo riavvicinamento all’Italia, con l’elezione a presidente di Unindustria Venezia e l’ingresso nella Giunta di Confindustria. Di recente è entrato nel consiglio di amministrazione del gruppo aereospaziale britannico Bae systems (uno dei soci dai Airbus) e della multinazionale francese Alstom, oltre ad essere principale azionista e presidente della Sadi, società vicentina di materiali per l’edilizia e la cantieristica navale. [...] Ha avuto qualche infortunio giudiziario in Italia [...] una condanna patteggiata negli anni di Tangentopoli per gli appalti alle centrali dalla Techint. Sposato con tre figli, parla quattro lingue e negli ultimi anni aveva accentuato il suo profilo internazionale, tenendosi lontano dalla politica italiana. Proprio per questo è stato scelto, per rilanciare l’Enel nella diversificazione e sui mercati internazionali» (’La Stampa” 14/5/2002).