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 2002  giugno 07 Venerdì calendario

Ziegler Jean

• Berna (Svizzera) 19 aprile 1934. Deputato socialista, scrittore, docente di sociologia all’Università di Ginevra. Fu denunciato alla procura generale per aver scritto un libro, La Svizzera, l’oro e i morti sugli strettissimi rapporti tra la Germania nazista e la confederazione elvetica. «Attraverso i suoi libri ha sfatato, ridimensionandoli, i miti elvetici più forti: da Una Svizzera al di sopra di ogni sospetto (sul sistema dei conti numerati), a La Svizzera lava più bianco (sul riciclaggio del denaro sporco), a La felicità di essere svizzeri (razzismo, esclusione, particolarismi). […] ”E’ straordinario vedere come l’interesse delle banche venga confuso con l’indipendenza della Confederazione. Qual è la costituzione di questo Paese, quella scritta un secolo e mezzo fa o lo statuto degli Istituti di credito? […] Da bravi calvinisti credono che la ricchezza sia un segno del favore di Dio. E considerano inaudito che nel mondo si sappia che la vera fortuna delle banche svizzere è iniziata attraverso il deposito e il reinvestimento dell’oro saccheggiato dai nazisti durante la guerra e attraverso i conti degli ebrei morti nelle camere a gas”» (Bruno Crimi, ”Panorama” 26/11/1998). «Socialista di vecchio anzi vecchissimo stampo, uno che confessa di avere ancora come punto di riferimento ”i socialisti libertari del Giura, indottrinati da Bakunin”, e di non credere all’esistenza di ”poteri buoni”. E’ uno degli uomini più querelati del mondo (se guardiamo all’ammontare dei danni richiesti dai suoi avversari): il suo palmarès vanta sette processi per diffamazione: ”Se li perdessi tutti doveri pagara 6,6 milioni di franchi svizzeri (più o meno 6,6 miliardi di lire). Per me, sopravvivere è difficile, dal punto di vista finanziario. Ma non voglio fare il martire: un immigrato senza lavoro sta di sicuro molto peggio di me”. I processi potrebbero diventare otto se il colosso Nestlè decidesse di raccogliere il guanto della sfida. Nel libro La fame nel mondo spiegata a mio figlio accusa la multinazionale di essere stata una dei primi sabotatori delle riforme volute da Savador Allende: ”Allende era medico pediatra e conosceva bene il flagello della carenza di proteine e di vitamine e i problemi di salute dei giovani cileni. Una delle misure che decise di attuare fu dunque quella della distribuzione del latte. Ma in Cile la Nestlè dominava totalmente il mercato del latte. Dal febbraio 1971 rifiutò qualsiasi collaborazione con il governo democratico” […] Già da piccolo, racconta, venne a contatto con l’ipocrisia svizzera: affacciandosi dalla finestra della sua casa di Thun, vedeva le Alpi Bernesi, un impressionante ammasso di rocce, burroni e seracchi, una sterile e ostile distesa di ghiaccio che i suoi compaesani avevano chiamato, per esorcizzare il terrore, Bluemlisalp, l’l’Alpe dei fiorellini. Da ragazzino, giocando lungo la ferrovia, una sera del dicembre 1943 avrebbe scoperto un’ipocrisia e menzogna ben più grave. Nella neve, rovesciati da una bufera, c’erano carri tedeschi con il loro carico di blindati, cannoni, mitragliatrici destinati alle armate hitleriane […] Una notte d’aprile del 1964, a Ginevra era arrivata, per una conferenza sulla canna da zucchero, la delegazione cubana. ”Nella sua giubba verde oliva, il corpo inaspettatamente fragile, il Che era in piedi accanto a una finestra. Mi chiamò vicino a lui. Con la sua voce un po’ roca, calda, venata di un’ironia sempre fuorviante, mi disse: ”Vedi questa città? Tu sei qui, nel cervello del mostro! Che cosa vuoi di più? Il tuo campo di battaglia è qui” » (Marina Morpurgo, ”diario” 10/11/1999).