Varie, 7 giugno 2002
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Zinoviev Aleksandr
• 29 settembre 1922, Mosca (Russia) 10 maggio 2006. Sociologo russo. «Vive di nuovo a Mosca da due anni. Il sindaco di Mosca, Jurij Luzhkov, che gli è lontano miliardi di chilometri, se le idee si misurassero in metri, gli procurò un appartamento in una lontana periferia della capitale, dalle parti dell’ippodromo di Bitza. Arrivarci, con il sistema toponomastico della capitale, è un’impresa. Palazzo privatizzato, ma portone e scale restano maleodoranti e scrostate come ai tempi in cui Zinoviev fu costretto ad andarsene dal suo paese. Se ne andò come dissidente, dopo l’uscita in occidente di Cime abissali. Ed è tornato in una Russia che non gli piace, anche se è agli antipodi di quella che lo cacciò. Perchè? ”Sono un sociologo. Quello che da Monaco potevo capire solo avendo letto dieci libri, qui lo capisco in mezz’ora. Risparmio di tempo […] Insegno le basi della sociologia nella Facoltà di Filosofia. Faccio mediamente quattro conferenze pubbliche al mese e scrivo decine di articoli. Mi pubblicano ”Sovietskaja Rossija”, ”Pravda”, ”Nezavisimaja Gazeta”, ”Vek”, ”Zaftra”, ecc. Molte riviste e settimanali. Sono in radio parecchie volte, meno spesso che in tv, anche se l’anno scorso sono stato intervistato una quindicina di volte... […] Sono neutrale. E pessimista in senso sociologico. Lo schema marxista ha perduto ogni senso, come l’intero armamentario concettuale della sociologia tradizionale. Lo dico per la Russia, ma anche per l’Occidente. Sto lavorando su questo, per rifare le basi. Credo impiegherò due o tre anni» (’La Stampa”, 4/6/2001).