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 2002  giugno 07 Venerdì calendario

ZIPPONI

ZIPPONI Maurizio Brescia 4 luglio 1955. Politico. Ex segretario della Fiom di Milano, parlamentare del Prc, candidato non eletto dell’Idv alle europee • «[...] nell’ottobre ”97, allora segretario della Fiom cittadina, calò a Roma in pullman con 50 compagni per scongiurare la caduta del primo esecutivo del Professore. E, allo scopo, non esitò a prendere d’assedio la segreteria del suo partito: Rifondazione comunista. Combattivo. [...] ex operaio della Franchi, torna appena può nella sua Brescia dove ha costituito un personale comitato consultivo: ”Sei persone: cinque delegati delle più grandi fabbriche metalmeccaniche e il segretario generale della Fiom di Brescia, Michela Spera”. Così Zipponi tasta il polso degli operai del Nord, sottopone loro le ipotesi di accordo, le corregge. ”Detesto chi parla dell’operaio con commiserazione, o chi usa le immagini e le parole della tradizione operaia per vendere una macchina”. Ce l’ha con la Fiat? ”Quello spot della 500 esprime la massima distanza tra il messaggio e il prodotto: potevano venderci anche lo shampoo [...]”» (Antonella Baccaro, ”Corriere della Sera” 16/7/2007). «Il cognome è di quelli che piacciono ad Altan. Ha fatto prima l’operaio a Brescia e oggi da sindacalista gira ogni santo giorno le fabbriche della Lombardia. E’ lui l’ultimo Cipputi, l’esponente di una razza in via d’estinzione […] Ha cominciato a lavorare a 14 anni. Tre anni dopo è entrato alla Franchi, una delle fabbriche d’armi del bresciano, dove c’è un altro operaio di cognome Zipponi, suo padre. Per un periodo i dua hanno fatto attività sindacale parallela, l’uno spingeva per far entrare nel consiglio di fabbrica i giovani desiderosidi cambiare e l’altro rappresentava la vecchia guardia operaia. […] Tutte le mattine alle 6.30 parte da casa e gira la regione per far riunioni o assemblee. ”Ormai le grandi concentrazioni operaie sono sempre di meno e se non vuoi diventare un sindacalista burocrate devi fare chilometri e chilometri”. Nel tourbillon dei trasferimenti da fabbrica a fabbrica trova il tempo di leggere ben tre quotidiani al giorno (prima ”il manifesto”, poi ”Corriere della Sera” e ”Sole-24Ore”) […] Il sindacato per lui ”non deve distruggere l’impresa” ma grazie ai conflitti che promuove ”può essere addirittura benefico”. Con la Cgil non è d’accordo su tutto: ”Non basta dire che è forte perché ha cinque milioni di iscritti, anche i dirigenti del Pcus prima che crollasse il muro di Berlino negavano che ci fosse la crisi” […] A quali esponenti della sinistra vanno le simpatie di Maurizio senzatessera? ”A Fausto Bertinotti ma anche a Cesare Salvi. Il suo è un approccio rigoroso che apprezzo”» (Dario Di Vico, ”Sette” n.42/2000).