Fabrizio Dragosei, ìCorriere della Seraî 19/5/2002., 19 maggio 2002
Città. Arzamas 16, Chelyabinsk 70, Tomsk 7 eccetera, i nomi in codice delle città dove l’Unione Sovietica aveva riunito gli scienziati addetti alla costruzione dell’arsenale militare: ufficialmente, quasi tutte hanno cambiato nome e molte sono state riaperte, cioè possono essere visitate da stranieri e cittadini comuni
Città. Arzamas 16, Chelyabinsk 70, Tomsk 7 eccetera, i nomi in codice delle città dove l’Unione Sovietica aveva riunito gli scienziati addetti alla costruzione dell’arsenale militare: ufficialmente, quasi tutte hanno cambiato nome e molte sono state riaperte, cioè possono essere visitate da stranieri e cittadini comuni. Alcune, però, spaventate da criminalità e immigrazione, vorrebbero invece bloccare l’accesso: l’ultimo caso è quello di Mirnyj, il più importante centro diamantifero russo, nel cuore della Siberia, sei fusi orari a est di Mosca. Gli abitanti vorrebbero che la loro città fosse protetta con filo spinato e poliziotti: «Droga, criminalità, non ne possiamo più». Come loro la pensano quelli di Magnitogorsk e Novyj Urengoj, tra i grandi campi di gas della Siberia settentrionale: centri ricchi, gestiti da potenti società (Alrosa, Gazprom) e per questo appetibili per i criminali.