Varie, 11 giugno 2002
ADAMO Salvatore
ADAMO Salvatore Comiso (Ragusa) 1 novembre 1943. Cantante. Autore • «Prima metà degli Anni Sessanta. Figlio di un minatore siciliano, il cantautore Salvatore Adamo, emigrato da bambino in Belgio, con un filo di voce e sontuose orchestrazioni in pieno stile d’epoca fa sognare i coetanei romantici: canta canzoni che popolano i matinée ma anche le serate peccaminose degli adulti. La più famosa è nel 1963 La notte, che racconta il delirio di un incubo amoroso; verranno Cade la neve (’...tu non verrai questa sera...”), Vous permettez Monsieur (’..se ballo un po’ con vostra figlia/ la sua bocca è vermiglia..”), Non mi tenere il broncio, Affida una lacrima al vento. Fino a Dolce Paola, dedicata a Paola di Liegi: corrono brividi sui rotocalchi, che il divo si sia innamorato della principessa (ora regina)? […] ”Sappia che la gente malgrado il tempo che passa mi riconosce e mi saluta. Avevo lasciato perdere le canzoni in italiano perché il mio italiano era un po’ semplice e non mi permetteva di dire cose altrettanto ricche che in francese. A un certo punto avevo collaborato con Herbert Pagani che mi traduceva, il disco Cogliere l’attimo fuggente era di buona qualità, ma forse il pubblico non mi aspettava in veste impegnata. Mi piacerebbe però tornare, ora, per dare un’idea di quel che sono adesso: non più un cantante romantico. […]”» (Marinella Venegoni, ”La Stampa” 30/5/2002) • «Ottanta milioni di dischi venduti [...] Ha legato il suo nome a successi immortali come Perduto amor, Non voglio nascondermi, La notte, Amo, Una ciocca di capelli, Se mai, Lei, Il nostro romanzo, La mia vita, Insieme, Affida una lacrima al vento. ”[...] Non ho visto la Sicilia dal ”66 all’81. Poi una rivista belga ha organizzato un concorso per i lettori e il primo premio consisteva in un viaggio con me in Sicilia. stato un segno del destino. Arrivato lì con 30 turisti belgi ho capito quanto era stato stupido e ingiusto stare lontano dalla mia terra. Colpa di un trauma: mio padre era annegato a pochi passi dalla riva davanti a tutta la famiglia il 7 agosto del 1966 [...] Sono un po’ cantastorie, stanti le mie origini siciliane. Ci sono molte canzoni del mio repertorio legate a persone o situazioni. A parte Insh’allah, ho cantato di Manuel, giornalista perseguitato dal franchismo in Spagna, ho scritto una canzone su Vladimir Vysotsky, il Bob Dylan russo perseguitato dal regime e costretto a esibirsi in segreto nelle cantine”. Ha anche un passato da scrittore. ”Ho pubblicato nel 2001 Le souvenir du bonheur est encore du bonheur (Il ricordo della felicità e ancora felicità). Era ambientato fra due fiumi metaforici: l’Odio e la Paura. Il titolo in origine doveva essere E tranquillo scorre l’odio. Ma non piaceva all’editore (’un cantante legato all’immagine dell’amore come fa a titolare sull’odio?”). Ho narrato la mia infanzia in Sicilia. Ma il romanzo mi ha fatto ricordare che non ho mai studiato l’italiano. Mi tengo in esercizio ascoltando grandi cantautori come Francesco De Gregori o Roberto Vecchioni. Riesco però ad avere un lessico paragonabile al loro solo in francese”. Nella sua lunga carriera Adamo ha mutato percezione. ”Nei Sessanta guardavo il mondo con occhi ingenui. Tutto mi sembrava perfetto. Una volta, mentre mi recavo a un ricevimento in un palazzo in Turchia, osservai per strada i bambini vestiti di stracci. Il mondo non era quello delle mie canzoni. Domina il cinismo. Lo denuncio come posso. Grazie all’incarico di ambasciatore UNICEF ho potuto andare più in là delle parole... in Kossovo, Vietnam, Afghanistan, sono entrato in comunione con la miseria”. Adamo tiene costanti rapporti con Roberto Vecchioni. ”Ha tradotto alcune mie canzoni. Apprezzo molto anche Battiato. [...] Ebbi anche un bellissimo rapporto con Dino Buzzati che mi regalò una copia con lunga dedica del suo Poema a fumetti. Gli altri autori italiani che leggo sono Antonio Tabucchi e Andrea Camilleri. Senza dimenticare il campione del surrealismo Italo Calvino”. [...]» (Mario Luzzatto Fegiz, ”Corriere della Sera” 4/5/2008).