Varie, 11 giugno 2002
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Boateng Paul
• Hackney (Gran Bretagna) 14 giugno 1951. Politico • «Nel governo di Sua Maestà britannica siede un uomo con la pelle nera: è figlio di un avvocato del Ghana. Naturalmente non è politically correct fare il nome d’un uomo soltanto per il colore della sua pelle, soprattutto perché lui non è che una delle diverse pedine mosse da Tony Blair, il premier britannico, in un veloce rimpasto di governo. Non è politicamente corretto, inoltre, perché lui stesso è stato tempestivo nell’avvertire: ”Il mio colore è parte di me, ma io non ho scelto d’essere definito in base al mio colore”. Come dire: sono nero, ma non ne faccio un mestiere. Ciò non toglie che la sua nomina a primo segretario del Tesoro, cioè numero due del cancelliere dello Scacchiere (ma non è un sottosegretario e vale quanto un ministro, tant’è che siede nel governo, il Cabinet), sia un fatto politico. E l’entusiasmo con cui le minoranze etniche hanno accolto la notizia dice molto sull’urgenza di far partecipare tutti i cittadini alla vita del Paese: ”Per la prima volta abbiamo una figura nel governo a cui ispirarci”, ha detto un leader dei sudditi neri. [...] Così il governo britannico ha un ministro di colore, il primo in un grande Paese europeo, se s’esclude un caso del ’56, nella quarta Repubblica francese (e pure Tokia Shifi, d’origine algerina, sottosegretario all’ecologia nell’attuale governo di Parigi). [...] Nato a Londra da Kwaku Boateng, un avvocato, e da madre scozzese, Paul fu portato fanciullo in Ghana dal padre, che ad Accra fece carriera politica e divenne ministro. Ma dopo un colpo di Stato, nel 1967, la famiglia tornò in Inghilterra, dove il quindicenne Paul studiò con impegno, diventò ”barrister”, cioè avvocato di prestigio, e iniziò a conoscere le lotte politiche nel Consiglio della Grande Londra, prima che la signora Thatcher abolisse quell’organismo. Come tanti laburisti oggi moderati, anche lui ha un passato da militante che, in verità, non ha mai celato. Mandato avanti dall’ala trotskista del Labour (che oggi, sgominata da Neil Kinnock, non c’è più), fu eletto per la prima volta a Brent, nel 1987, e alla platea di neri che lo acclamava gridò: ”Non ci sarà libertà qui se non ci sarà libertà in Sudafrica. Oggi a Brent, domani a Soweto!”. Oggi, visto che l’apartheid è comunque passato alla storia, è un signore borghese che difende il matrimonio come garanzia di stabilità della famiglia, manda i cinque figli a scuole private e ha appoggiato Frank Dobson, il moderato rivale di Ken ”il Rosso” Livingstone alla carica di sindaco di Londra, fino alla sconfitta: leale a Blair anche nella sorte avversa, ora è stato ricompensato» (Alessio Altichieri, ”Corriere della Sera” 30/5/2002).