Varie, 11 giugno 2002
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BRUTI LIBERATI Edmondo Ripatransone (Ascoli Piceno) 10 ottobre 1944. Magistrato. Dal luglio 2010 procuratore di Milano, fino ad allora capo del pool che si occupa dei reati contro la pubblica amministrazione
BRUTI LIBERATI Edmondo Ripatransone (Ascoli Piceno) 10 ottobre 1944. Magistrato. Dal luglio 2010 procuratore di Milano, fino ad allora capo del pool che si occupa dei reati contro la pubblica amministrazione. Dall’81 all’86 consigliere del Csm, ex leader dell’Anm, dal marzo 2007 presidente di Md • «Esponente di spicco della corrente di sinistra di Magistratura democratica, due volte segretario dell’Anm (nell’86 e nel ”92) e componente del Csm dall’81 all’86. Ha esercitato le funzioni sempre a Milano: dapprima giudice penale al Tribunale, poi magistrato di sorveglianza, pubblico ministero (ha fatto parte del pool sui reati fiscali e societari) e sostituto procuratore generale (si è occupato soprattutto di rogatorie internazionali ed estradizioni). Negli anni di Mani Pulite ha sempre difeso i pm del pool, intervenendo con articoli e pubblicazioni anche sulla stampa francese» (’Corriere della Sera”, 26/5/2002) • «Negli anni ha assunto posizioni forti su questioni incandescenti. Quando fu tolta la scorta a Ilda Boccassini, il sostituto procuratore che nel 1993 fece arrestare i responsabili dell’omicidio di Giovanni Falcone e della sua scorta, ribadì che ”in Italia vengono uccisi più magistrati che in ogni altro paese occidentale: Cosa Nostra ha la memoria lunga”. E’ sceso in campo più volte a difesa dell’obbligatorietà dell’azione penale, poiché ”serve a garantire che il pubblico ministero possa effettuare le sue indagini pure nei confronti di chi detiene il potere”. E’ stato anche assistente di diritto penale all’università, è a Milano dall’inizio della carriera, prima come giudice penale al tribunale, poi come magistrato di sorveglianza e sostituto procuratore. Ha fatto parte del pool sui reati di bancarotta e societari, mentre negli ultimi anni, da sostituto Pg, si è occupato soprattutto di rogatorie internazionali ed estradizioni. Esperto pure di cooperazione giudiziaria e di formazione, è una delle”«teste d’uovo” della corrente di sinistra Magistratura Democratica. Sulla riforma del 513, denunciò la disparità tra accusa e difesa nella formazione della prova nel processo penale e richiamò l’esigenza di ripristinare l’effettività del contraddittorio. Una disparità, secondo lui, ancora più marcata nel caso di ”chi ha accusato altri per lo stesso reato o per reati diversi e non si sottopone all’interrogatorio incrociato nel corso del processo, rifiutandosi di rispondere”. Da profondo conoscitore delle realtà giuridiche dell’Occidente, sottolinea spesso come, proprio perché il pm dipende dal governo, negli Stati Uniti è prevista l’istituzione dell’’independent prosecutor”, uno speciale pubblico ministero che viene nominato dal Senato e, per tradizione, è un esponente del partito opposto a quello del presidente, come è accaduto per il Watergate e per Clinton. ”Il problema di garantire l’indipendenza del pm quando si tratti di fare indagini su chi detiene il potere - precisa - si pone ovunque. La questione del rafforzamento delle garanzie di indipendenza del pubblico ministero ha riguardato la Francia come altri Paesi delll’Occidente”» (Giacomo Galeazzi, ”La Stampa” 26/5/2001).