Varie, 11 giugno 2002
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Jones Norah
• New York (Stati Uniti) 30 marzo 1979. Cantante • « la nuova, gettonatissima superstar dell’olimpo musicale americano soltanto un anno dopo essere stata ”scoperta” e scritturata da Blue Note, etichetta della Emi specializzata nel repertorio jazz. Ma otto Grammy - di cui cinque personali - sono un bel fardello per una 23enne ”debuttante”. ”Odio sentirmi tutta questa pressione addosso - ammette -. Chiedo solo di poter continuare a fare ciò che mi piace: la musica”. Una passione che la consuma da quando, neonata, il leggendario padre Ravi Shankar le cantava delle nenie indiane per farla addormentare. Ma lei non ama parlare dell’82enne genitore diventato famoso in occidente per la sua grande influenza come maestro dei Beatles. Nei suoi primi 9 anni di vita ha visto il padre soltanto 9 volte: una all’anno. ”Papà ci abbandonò quand’ero piccola e non l’abbiamo visto per 10 lunghi anni”, racconta lei, che ha trascorso l’infanzia in un sobborgo di Dallas insieme con la madre Sue, producer musicale. Solo di recente i due si sono rappacificati. ”Non gliene voglio - precisa -, però non desidero neppure che sia lui il centro dell’attenzione, perché non ha nulla a che fare con me o con la mia musica”. Nell’accettare i Grammy, tutti hanno notato che ha omesso il nome del padre dalla lista di persone da ringraziare, ricordandosi più volte della madre. Proprio grazie a lei ha cominciato a cantare quando aveva 5 anni. ”La nostra casa era piena di dischi - spiega -: Billie Holliday, Ray Charles, Judy Garland, Fred Astaire, Aretha Franklin, Frederic Chopin, Luciano Pavarotti. Tutti artisti che hanno avuto una profonda influenza su di me”. Ed è ancora grazie ai sacrifici della madre che a 15 anni si iscrive al corso di pianoforte dell’accademia musicale texana dove hanno studiato Erykah Badu e Roy Hargrove. Il debutto in pubblico arriva il giorno del suo 16° compleanno, quando si esibisce in un caffè di Dallas. Ma la svolta arriva solo nel ”99. ”Ero iscritta alla facoltà di jazz dell’Università del Nord Texas, quando decisi di fare un viaggio a Manhattan - racconta -. Da allora non sono mai più tornata”. Per guadagnarsi da vivere, si esibisce al pianoforte nei ristoranti italiani di Manhattan. ”Mi chiedevano i classici di Frank Sinatra. L’unico motivo che mi sono sempre rifiutata di cantare è My Way: splendido quando lo canta Sinatra, ma io ero una mocciosa che non aveva neppure l’età legale per bere alcolici. Mi sarei sentita un’idiota”. Nel novembre 2002 finisce sulla copertina di ”Vanity Fair”. ”Non avrei mai pensato di avere un successo tanto rapido - spiega oggi con la genuina modestia che tutti le ammirano -. Pensavo di dover lavorare minimo cinque anni prima di farmi un nome”. Le sue cantanti preferite? ”Gillian Welch, Alison Krauss, Alicia Keys”. E Britney Spears? ”Quando è venuta fuori mi disgustò profondamente. Ricordo alcune sue foto: aveva solo 15 anni ma erano letteralmente pornografiche”. Rimpianti? ”Nessuno. Però non mi piacciono i riflettori e le interviste. Ma credo che dovrò abituarmici”» (Alessandra Farkas, ”Corriere della Sera” 25/2/2003). «Gli è bastato un solo album, Come away with me, per diventare a 23 anni una diva del ”soft jazz”, mediato da blues e country. Pianista e cantante, la sua passione ha radici lontane: ”A 16 anni suonavo nei ristoranti, è un’ottima palestra e ti danno anche da mangiare. Da piccola ballavo sulle note di Charles Mingus e allenavo la voce cantando sui dischi di Aretha Franklin e Billie Holiday. Ormai non danzo più, sono troppo occupata, ma in un’altra vita sarei una ballerina”. Esile, i lunghi capelli neri tirati dietro la nuca, occhialini da intellettuale, jeans e una magliettina verde. E un simbolo tribale tatuato sulla schiena. […] Della sua ”rivale”, Diana Krall, dice: ”Fantastica. A differenza di lei ho scelto di interpretare pochi standard, i classici, perché sto cercando la mia strada. Nessuna di noi può diventare Billie Holiday”. Ray Charles e le cantanti afroamericane del passato sono sulla lista dei suoi artisti preferiti. ”Amo anche Jeff Buckley e Ryan Adams, i No Doubt. Guardo Mtv, si vedono cose buffe, è divertente. Ascolto i Nirvana, ma preferisco i Rolling Stones”. Nata a New York, è cresciuta a Dallas: ”Cantavo con i Lazlo, rock cupo con tracce di jazz. Ma ero una statua sul palco”. Vive con il suo fidanzato Lee Alexander, che è anche il bassista della sua band. ”Quando non lavoro dipingo, ma i miei ritratti sono così brutti che sembrano quadri astratti. So cucinare e mi piace mangiare: diventerò una botte”» (Sandra Cesarale, ”Corriere della Sera” 30/5/2002).