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 2002  giugno 11 Martedì calendario

PANZETTA

PANZETTA Girolamo Napoli 6 settembre 1962. "Non è Roberto Baggio l’italiano più famoso in Giappone, malgrado la sua fede che qui incontra i favori del pubblico. Non è Alex Del Piero, malgrado i suoi manager nippo-sabaudi che parlano giapponese con accento sabaudo. Ma mi faccia il piacere, direbbe Totò che è nato giustappunto nella stessa città dell’italiano più famoso in Giappone, il cui volto da scugnizzo cresciuto, con quegli occhi mobili, campeggia in tutti i vagoni della metropolitana, dalla pubblicità dell’ultima rivista patinata di successo. Girolamo Panzetta addenta un gelato sulla copertina di ”Leon”, mensile per chi ha i soldi e anche per chi non li ha, per chi si può permettere il lusso e anche per chi non se lo può più permettere, perché qui c’è la crisi economica, prima i soldi scorrevano orizzontalmente, adesso c’è chi è ricco e chi no. E’ arrivato qui da studente di architettura. Suo padre aveva una ditta che faceva ristrutturazioni, adesso passata al fratello. Lui venne ad accompagnare un amico che doveva scrivere un libro sull’architettura giapponese. Non sappiamo se questo libro sia uscito, di sicuro lui ne ha pubblicati 17, uno ha venduto quasi un milione di copie. Durante quel viaggio, conobbe la signorina Kikuko che sarebbe diventata sua moglie. Lei, pittrice, venne in Italia a studiare le porcellane e fece tappa a Napoli, museo di Capodimonte. Fece tappa anche nel cuore di Girolamo che la seguì in Giappone. ”Ho studiato giapponese alla scuola dei missionari francescani. Severissimi”. Che faccio? Si chiese un giorno quello che non era ancora l’italiano più famoso del Giappone. Un amico gli chiese di accompagnarlo a un’audizione. Cercavano un italiano che spiegasse in tv la nostra lingua. Come accadde al ballerino Leroy di Saranno famosi, l’amico venne scartato, Girolamo ingaggiato dalla NHK. Quel giorno è nata una stella. Ha cominciato insegnando l’italiano, adesso fa programmi di cultura varia, di cucina, e di calcio (due, sulla Fuji Tv): commenta la Serie A, dedica tre minuti alla serie B, ”quasi tutti sul Napoli”. Ha scritto articoli per i quotidiani più diffusi. E’ reduce da Sendai dove ha realizzato dei servizi sugli azzurri e dove ha radunato 400 persone in un teatro. ”Qui in Giappone sono tutti convinti che l’Italia vincerà il Mondiale”. Controindicazioni? ”Il tempo. Tra un po’ comincia la stagione delle piogge. Significa che può anche non piovere, ma che se comincia non smette più”. Ma allora è più famoso lei o Baggio? ”Io, ma Baggio qui piace molto, per il buddismo, meno per la sua setta che invece non è amata”. Tifoso del Napoli, sostiene che Maradona è stato il più grande. Ha venduto più magliette di Nakata del medesimo Nakata. ”Ne avevamo 3.000 in trasmissione, ne abbiamo date via 20 mila”. Coltiva passione vera per la nostra storia, la cultura, il cibo. Tiene entusiasmo. ”Ho fatto un’enciclopedia sui nostri sapori, dal pane, alla pasta alle verdure. Giro il Giappone proponendo una specie di modello-slow food anche qui, dove tutto è frenetico. Ho trovato un contadino su un’isola nei pressi Okinawa, con un clima vicino al nostro, che produce verdure gustose come quelle italiane”. Ha aperto un ristorante, all’ultimo piano del Mori Building, Xex, dove le due culture gastronomiche s’intrecciano, possiede un’enoteca a Verona. ”Lavorerò con Bassolino per promuovere la Campania”. Ha già fatto dirette ”live” da Pompei e da Capri. E’ una forza della natura, anche se ha i suoi detrattori che lo accusano di dare dell’italiano un’immagine stereotipata. ”Però almeno la do: qui i francesi erano davanti a noi perché si sanno vendere meglio”. Adesso siamo lì a giocarcela, proprio come nel Mondiale. ”Ho portato ai giapponesi quello che non avevano, la simpatia. I giapponesi, se li incuriosisci, ti vengono dietro. Non dico che è solo merito mio, ma c’è il boom dell’Italia. Attenzione, però, qui ti portano su, ma ti buttano giù in fretta. Come il Mondiale. Non si sa cosa resterà del calcio, se il Giappone farà flop. Le tv non hanno ancora acquistato i diritti per il prossimo campionato. Vogliono andare sul sicuro”. Doveva ristrutturare case a Napoli, ha conquistato il Giappone, vive nel quartiere residenziale di Kaminoge con sua moglie e un bracco. ”Qui questo cane non esiste, ne faremo una star”. La gente si inchina (più del solito) al suo passaggio, lui pubblicizza rasoi, moto, pasta. Aveva cominciato a far scoprire l’Italia ai giapponesi, ma la vera dimensione del suo successo è che ora fa scoprire il Giappone ai giapponesi. Presenta monumenti sconosciuti, mostra angoli caratteristici. Volendo, come Totò con la fontana di Trevi, potrebbe vendere il tempio di Kiyomizu a qualche allocco" (Roberto Perrone, ”Corriere della Sera” 30/5/2002).