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 2002  giugno 11 Martedì calendario

PERICU

PERICU Giuseppe Genova 20 ottobre 1937. Politico. Ex sindaco di Genova (eletto nel 1997 e nel 2002). Nel 2007 è tornato «[...] a occuparsi di cause, a insegnare diritto amministrativo alla facoltà di Giurisprudenza, trasferito dalla Statale di Milano, e a collaborare per proseguire il percorso verso il partito democratico [...]» (’La Stampa” 30/5/2007) • «’Dicevano di non consegnare la città a certa gente, ai vandali, ai casseur . Parlavano di me. Il sindaco dei black bloc, dicevano. Ecco, questa è la cosa che mi ha fatto più male. Ma i genovesi hanno saputo distinguere, capire le ragioni di chi esprime un disagio e che non si può liquidare etichettandolo come black bloc […] Sì, avevo pensato di rinunciare, di lasciare tutto”. Voleva rituffarsi sui suoi tomi di diritto amministrativo, riprendere possesso della cattedra universitaria. Forse era anche provato dalle vicende del G8. O più prosaicamente, come maligna qualcuno, voleva risollevare il 740 che in pochi anni da sindaco si è dimezzato. Ma poi ha cambiato idea. Tirato per la giacca da tutto il centrosinistra, sicuro che con lui il Polo non avrebbe avuto speranze, si è ripresentato e ha vinto al primo turno, sbaragliando Castellaneta (Lega nord e Liguria Nuova) e Magnani (Forza Italia-An), lasciato solo da un Polo che lo considerava troppo anziano e debole. E’ ”un uomo testardo”, dice la moglie Carla. ”Un sardo” lo definisce sorridendo il vicesindaco Claudio Montaldo. ”Un becchino sardo”, lo chiamava invece con un ghigno Gianni Baget Bozzo, provocando le ire degli isolani di stanza a Genova. Lo hanno chiamato ”sindaco di Porto Alegre”, lo hanno accusato di fare affari con le Coop e definito ”golfista di Rapallo”. Ma Pericu il sardo alla fine ha incassato i risultati di quattro anni di governo della città. ”E’ un riconoscimento del lavoro fatto - dice - dell’impegno al servizio della città. Basti pensare alla disoccupazione, che è passata dall’11 al 6,8 per cento”. Una città che è migliorata anche grazie alla pioggia di miliardi arrivata dal governo D’Alema in vista del G8. I cantieri aperti oggi sono 120. Ora, però, al governo c’è il Polo e i soldi cominciano a scarseggiare […] Ex socialista poi confluito nei Ds, all’inizio non aveva molto apprezzato l’appoggio di Rifondazione. Subito dopo essere stato eletto sindaco, nel novembre del 1997, disse che il sostegno dei comunisti al ballottaggio gli aveva fatto perdere voti. Aveva paura di sbilanciarsi a sinistra, di perdere attrattiva verso il centro. ”E’ vero - sorride ora - ma tante cose sono cambiate. In questi anni abbiamo fatto molte cose concrete, dal nuovo piano regolatore al piano portuale […] Ho un’ambizione senza limiti, pensate che il piano per la città arriva fino al 2010”. Più che da Rifondazione, qualche problema gli viene dall’interno. Per esempio, dall’ex presidente della Provincia Marta Vincenzi, del correntone berlingueriano, che a un certo punto aveva pensato con Mussi di creare una lista politica autonoma in città. Poi, grazie anche alla mediazione di Fassino, Pericu - il sardo e testardo - l’ha convinta. Ora dovrà far quadrare i conti in giunta, prestando attenzione agli interessi di tutti”» (Alessandro Trocino, ”Corriere della Sera” 28/5/2002).