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 2002  giugno 11 Martedì calendario

Brughitta Epifania, di anni 74. Uno scricciolo di donna da tutti descritta come incapace di far del male, ex bidella nella scuola di via Quinqueremi a Ostia (Roma) una pensione da trecento euro che arrotondava facendo la perpetua nella chiesa Stella Maris

Brughitta Epifania, di anni 74. Uno scricciolo di donna da tutti descritta come incapace di far del male, ex bidella nella scuola di via Quinqueremi a Ostia (Roma) una pensione da trecento euro che arrotondava facendo la perpetua nella chiesa Stella Maris. Ordinata, prudente ma curiosa, girava pedalando la sua vecchia ”Graziella”, non accettava il tu se non da pochi intimi, e ogni volta che sentiva l’ascensore arrivare sul pianerottolo usciva per scoprire chi fosse. Separata da tempo, tanto da far supporre a tutti i vicini che fosse vedova, viveva con uno dei suoi quattro figli, Bomboi Luciano, di anni 35, bagnino nello stabilimento ”La spiaggetta”. Costui era tornato a stare con lei dopo la fine del suo breve matrimonio con una Katia. L’altro giorno la Brughitta invitò a casa la mamma dell’ex nuora, Pedone Francesca, di anni 48, impiegata in una ditta di pulizie. Abbigliata con una magliettina a righe e pantaloni di cotone, le offrì caffè e cioccolatini e la pregò di insistere con la figlia perché si riprendesse il marito. Poi, forse, chiese indietro i cinque milioni di lire che le aveva prestato anni prima per cerimonia e banchetto di nozze. La Pedone fece per andarsene, ma fu trattenuta per i capelli dalla Brughitta. Allora la scaraventò contro un mobile, che si ribaltò facendo rovesciare due sedie. Dipoi la lanciò sul divano, la soffocò con un cuscino e la strozzò. Infine le tagliò la gola con un coltello a seghetta. Si lavò le mani nel bidet e se ne andò lasciando il rubinetto aperto. Insopportabile il caldo che soffrì durante l’interrogatorio, prima di risolversi a togliere il maglione accollato che serviva a coprire i graffi procuratigli dall’ex consuocera. Intorno alle 17 di giovedì 30 maggio, nel salotto di in un palazzo a mattoni chiari, cinque piani affacciati sul viale alberato di una strada tranquilla di Ostia, dove del mare arriva solo l’odore.