Adriano Sofri, ìla Repubblicaî 13/5/2002;, 13 maggio 2002
Eppure costano cari, i detenuti. Molto cari. Naturalmente, rendono. «Rendono a una ampia rete di impieghi e professioni - ancora Sofri - che vanno dalla gamma dei carcerieri alle forze di polizia ad avvocati, magistrati, assistenti e controllori sociali, fornitori, e in più un indotto rilevante di mestieri derivati, leciti o no
Eppure costano cari, i detenuti. Molto cari. Naturalmente, rendono. «Rendono a una ampia rete di impieghi e professioni - ancora Sofri - che vanno dalla gamma dei carcerieri alle forze di polizia ad avvocati, magistrati, assistenti e controllori sociali, fornitori, e in più un indotto rilevante di mestieri derivati, leciti o no. Se una quota della spesa fosse impiegata per formare e informare le persone che incappano nello strascico poliziesco e giudiziario; per offrire loro un’istruzione generale, ”civica”, diciamo così, e specifica, professionale; per avviarli, sulla scorta di una valutazione che sarebbe allora fondata, ai lavori regolari richiesti dall’economia e dalla società: si otterrebbe di ridurre la ”microcriminalità”, di rispondere a una domanda di lavoro, e di provare a fare dei nuovi arrivati gli ambasciatori possibili della democrazia presso i loro Paesi di origine, e non gli emissari dell’Internazionale islamista in Europa».