Varie, 17 giugno 2002
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Barker Dean
• Auckland (Nuova Zelanda) 18 aprile 1973. Velista • «Sotto il cappellino da Top Gun incrostato di salsedine, dietro le lenti che coprono occhi azzurri capaci di far strambare per strada le ragazze, si nasconde l’uomo che difenderà la Coppa America 2003 dall’assalto di Europa e Stati Uniti. Forse qualcuno lo ricorda al timone di Black Magic nella regata del 5-0, il quinto schiaffone neozelandese che lasciò l’impronta sulla tenera guancia di Luna Rossa. Quel ragazzino che in un pomeriggio divenne l’idolo della Nuova Zelanda era ”Dino”, l’erede avvertito per telefono all’alba dal maestro Coutts (’Sono Russell, oggi tocca a te: te la senti?”), il velista di talento promosso a leader da due eventi che hanno sconvolto la storia kiwi: il ”tradimento” di Coutts, che dal primo ottobre sarà tra gli sfidanti della Vuitton Cup sotto bandiera svizzera, e la morte di Peter Blake, l’eroe fulminato dalle pallottole dei pirati. Il suo futuro era scritto ben prima che diventasse l’enfant du pays di un’isola che ha più vele che pecore. Arruolato per la Coppa America ’95, declinò l’invito: ”Grazie, ma preferisco le selezioni del Finn per i Giochi di Atlanta”. Nel 2000 non aveva più scuse. Partì come uomo in pozzetto, dopo pochi mesi batteva Coutts in allenamento con la barca lepre: ”Non abbiamo mai tenuto un punteggio, ma rendere la vita difficile a Russell è servito a rivincere la Coppa [...] Ho vinto il Mondiale di match race in Croazia, poi mi sono messo sotto con la prossima America’s Cup: ho cercato gli sponsor e ho ricostruito il team [...] Tutti si aspettano che io tenga l’America’s Cup in Nuova Zelanda battendo lo sfidante 5-0, come due anni fa. Perdere una sola regata sarebbe considerato un piccolo fallimento. Sì, certo, sento questa pressione. E so che vincere sarà più difficile della volta scorsa [...] Gioco a golf e adoro le corse in macchina, che mi regalano una dose extra di adrenalina”» (Gaia Piccardi, ”Corriere della Sera” 12/6/2002).