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 2002  giugno 17 Lunedì calendario

Chelios Chris

• Chicago (Stati Uniti) 25 gennaio 1962. Giocatore d’hockey ghiaccio. «Lo stile feroce del giocatore di origine greca è diventato una specie di manifesto programmatico [...] ”Gioco con passione, ci metto tanta energia e sono un tipo vecchio stile: il contatto fisico non mi spaventa. Scendo sempre sul ghiaccio come se fosse l’ultima partita della mia vita”. Per certi versi, rischia di esserlo sul serio ogni volta» (Riccardo Romani, ”Corriere della Sera” 5/6/2002). «Qualcuno ha provato a dire a Chris Chelios che è il George Clooney dell’hockey. I capelli brizzolati, l’aria matura, il viso lungo, una vaga somiglianza che lui ha rifiutato con una smorfia. Non vuole essere il bello della squadra, voleva essere solo il capitano degli Usa per la sua quarta olimpiade, quella dei 44 anni, quella che rischiava di non fare per limiti di età. Stelle e strisce e gioventù, le convocazioni in America si fanno anche così con la carta d’identità e l’immagine. [...] voleva venire a Torino e voleva venirci con i gradi. Se li è guadagnati. Essere capitano della squadra di hockey ha un valore immenso per un americano, Chelios è un difensore e sportivamente un vecchietto, per tenere la sua faccia sopra i Giochi ha dovuto costruirsi un mondo a parte, senza confronti. ”Perché se cominciassi a sentirmi minacciato da ogni ragazzino impazzirei, all’inizio era così. Li guardavo, mi allenavo con loro e cercavo di dimostrare che la mia esperienza mi metteva da un’altra parte. Ho cambiato atteggiamento. Ora cerco di interagire con chiunque mi sembri speciale e poi sto per i fatti miei”. I trucchi se li tiene. Va ad allenarsi due ore prima degli altri, è rapido in tutto, anche a prepararsi , il suo coach non capisce mai come faccia già a bere il caffé mentre i compagni sono ancora sotto la doccia. un iperattivo, 22 stagioni in Nhl lo hanno abituato a ritmi tosti. Quando il campionato dei professionisti è fermo, gioca una ventina di partite nella United Hockey League e va sul surf. Dice che si impara a fare a sportellate sulle onde. Equilibrio e urti e alzarsi e ricadere e sbattere contro l’acqua cercando di stare in piedi. Un allenamento alternativo che fa con il suo amico Laird Hamilton un campione della tavola, uno dei pochi con cui Chelios condivide dubbi e segreti. L’altro [...] si chiama Don Wildman ed è un maniaco del fitness. Fisico e carisma, Chelios contrasta gli emergenti con un carattere che confonde. Sembra lunatico, però il manager della squadra Usa, Don Waddle racconta: ”Non ho mai visto nessuno capace di incutere un tale rispetto. E non ha bisogno di sbraitare, è un’attenzione che è capace di creare. Credo sia il modo in cui ama questo sport, non si può descrivere però si può sentire”. Chris Chelios ha debuttato ai Giochi nel 1984, da junior, è stato capitano già nel 1998 e nel 2002 ha vinto due Stanley Cup [...] nessun altro è rimasto in nazionale con i suoi anni e solo due giocatori più vecchi di lui hanno giocato a hockey in un’Olimpiade (il tedesco Alfred Steinka e l’ungherese Bela Ordoy entrambi nel 1982). [...]» (Giulia Zonca, ”La Stampa” 4/2/2006).