Varie, 17 giugno 2002
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Chirac Bernadette
• Parigi (Francia) 18 maggio 1933 • «Hillary Clinton è il suo modello. Lo ha sempre detto e non ha mai nascosto la sua ammirazione per la moglie dell´ex presidente americano, anche se milita nel Partito democratico, i cui interlocutori europei stanno a sinistra: Bernadette Chirac adora Hillary, l´ha invitata nella sua villa in Corrèze, la considera un esempio di donna impegnata politicamente. E la vuole imitare. [...] Considerata uno dei personaggi più popolari della destra, la signora Bernadette svolse [...] un ruolo decisivo per far rieleggere il marito. [...] consigliere provinciale della Corrèze, sperduto dipartimento della Francia profonda dove la famiglia Chirac ha costruito il suo feudo elettorale. [...] A lungo snobbata dal marito e dalla figlia Claude, che cura la comunicazione del presidente, Bernadette Chirac era spesso presa in giro dalla satira. Ma le iniziative umanitarie, la sua militanza politica, il suo contatto con la Francia lontana dalla capitale l´hanno portata alla ribalta. Un suo libro-intervista è andato a ruba e il suo fiuto le aveva permesso di pronosticare il successo di Jean-Marie Le Pen alle presidenziali 2002. Suo marito le rese omaggio per quell´intuizione: ”E´ stata l´unica a prevederlo e nessuno le ha creduto”. Piano piano, Bernadette Chirac è diventata un elemento essenziale del potere presidenziale e delle fortune politiche del marito. [...]» (Giampiero Martinotti, ”la Repubblica” 14/1/2004). «Una cosa l’aveva seccata durante la campagna presidenziale. ”Era un articolo di Françoise Giroud su Madame Jospin, in cui scriveva: finalmente un’intellettuale all’Eliseo! E io, allora, con la mia laurea chi sarei?”. [...] Tutti gli ambiziosi che circondano il presidente della Repubblica hanno cercato la sua investitura. Non che lei ormai scelga i primi ministri, non ne avrebbe la legittimità. Ma tutti hanno capito quanto sarebbe rischioso essere l’oggetto di un ”veto di Bernadette”. [...] E’ l’altro volto dei Chirac che lei presenta agli elettori, più femminista ma anche più conservatore sul piano dei costumi, meno europeo e più sociale, più ironico e meno ufficiale. Una sorta di complemento che dovrebbe incoraggiare i francesi a sentirsi sempre vicini ad almeno un membro della coppia presidenziale.[...] Il fatto è che ha due facce. Attiva, può essere fiera di aver aiutato, attraverso la ”Fondation des Hôpitaux de France”, molti ospedali a lottare contro il dolore dei bambini. Popolare, è ricevuta ovunque. Militante, è il miglior sostegno delle donne all’interno di una destra che non vuole far loro posto. Ma qualche volta lascia intravedere un aspetto Marie-Antoinette, offrendo gentilmente brioches a chi manca del pane. Fustigando la lentezza delle amministrazioni, lo ”scollegamento” dei tecnocrati, dimentica volentieri che suo marito ne è il più illustre rappresentante. Parla delle difficoltà degli insegnanti e dei problemi di integrazione, stupendosi che se ne taccia nei dibattiti pubblici. Ma quando le ricordando che Jacques Chirac non ne ha parlato nella sua campagna presidenziale, si limita ad alzare un sopracciglio: ”Ah sì? Davvero? Non so, è possibile...”. Il suo modello è Hillary Clinton - ”la mia star” - della quale ha molto apprezzato lo slogan della campagna elettorale: ”Votate per un Clinton, ne avrete due”. E racconta volentieri questo aneddoto: mentre si trovava accanto all’ex ministro della Giustizia Jacques Toubon in una manifestazione elettorale, un vecchio signore l´ha scambiata per la moglie. La sua risposta è stata fulminea: ”Non sono sua moglie. Se lo fossi, lui sarebbe presidente della Repubblica”» (Raphaëlle Bacqué, ”La Stampa” 10/6/2002).