Varie, 17 giugno 2002
MINOTTI
MINOTTI Lorenzo Cesena (Forlì) 8 febbraio 1967. Ex calciatore, in serie A ha giocato 201 partite segnando 19 gol, con il Parma (1986-1997) ha vinto la Coppa dell coppe 1992/93, la coppa Uefa 1994/95, la coppa Italia 1991/92. Vanta 8 presenza in nazionale. «’Ma sì, non posso negarlo: quando vidi Baresi cadere a terra durante Italia-Norvegia la prima cosa che pensai fu ’speriamo non sia nulla di grave’: ma la seconda fu ’forse adesso entro io’. In fondo Sacchi, in azzurro, mi ha sempre utilizzato al suo posto e, soprattutto, mi ha portato qui come sua prima riserva”. I sogni son desideri, no? Detto fatto: Sacchi si alzò dalla sua panchina nella sauna del Giant Stadium di New York e, con un ordine perentorio, indicò... Luigi Apolloni (che fino ad allora, in Nazionale, aveva giocato una volta sola: e, in quel caso, al fianco di Baresi, non al posto di Baresi). Il Mondiale d’America - per fortuna dell’Italia, poi finalista - sarebbe durato altri 25 giorni: ma Minotti non entrò in campo né allora, né mai. Per dirla tutta fu l’unico, a parte il terzo portiere Bucci, a non giocare neanche una partita. ”Sono le regole del gioco. Sarei ipocrita se dicessi che sono contento così: ma sarei bugiardo e soprattutto ingrato se non dicessi che quella, per me, è stata comunque un’esperienza fondamentale. Come uomo e come calciatore”. Era bravo: anzi, bravo, carismatico e per bene e Sacchi non ci mise molto (anche per amore verso il ”suo” vecchio Parma) a convocarlo in nazionale. Facendolo esordire proprio pochi mesi prima del Mondiale (Italia-Francia a Napoli): ovviamente in alternativa a Baresi. [...] ”La con la Spagna sembrava non finire mai. Mancavano dieci minuti al novantesimo: i miei compagni in campo erano disidratati. In panchina non c’era più neanche una bottiglia d’acqua, ma troppa tensione per rendersene conto. Ormai si pensava solo ai tempi supplementari. Per rendermi utile corsi verso gli spogliatoi per raccattare tutte le bibite fresche che potevo trovare: ne misi una quantità enorme in un sacco di plastica e feci per rientrare. Mi fermò un boato: qualcuno aveva fatto gol. Già, ma chi? Entrai nel sottopassaggio col sacco sulla schiena e col cuore in gola: una via di mezzo fra un ladro e Papà Natale. Non sapevo come informarmi: non avevo il coraggio di guardare. Mi alzai in punta di piedi e diedi un’occhiata al tabellone luminoso: c’erano Baggio e Signori che si abbracciavano. Gettai via tutto, corsi verso il campo pazzo di gioia. Due minuti dopo la partita finì. Rientrando negli spogliatoi e trovando tutto il sottopassaggio pieno di bottigliette un mio compagno disse: ’Qui dev’essere passato uno scemo: con la sete che avevamo, come si fa a buttare via l’acqua così!’”» (Marino Bartoletti, ”Corriere della Sera” 31/5/2002).