Varie, 17 giugno 2002
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Pauleta Pedro
• Ponta Delgada (Portogallo) 28 aprile 1973. Calciatore. Con la nazionale ha segnato una tripletta contro la Polonia (4-0) nella fase finale dei mondiali 2002. "Ha la faccia volpina di Paolo Rossi e fa l’aeroplanino come Montella. Dopo la tripletta ai cadaveri della Polonia potremmo chiamarlo Pablito Pauleta, con tante scuse per l’ironia che mezzo mondo gli aveva dedicato dopo il pessimo esordio contro gli Stati Uniti. In cinque giorni, il numero nove portoghese si è trasformato in bomber di precisione, da gran svirgolatore che era sembrato. Ma doveva essere falsa la prima impressione, non certo l’ultima, anche perché è il capocannoniere del campionato francese, dove è stato eletto miglior calciatore (21 gol col Bordeaux). Strana storia, la sua, periferica e sbilenca, con gran recupero finale. A differenza di quasi tutti i campioni della sua terra, non passa né dal Porto, né dal Benfica, né dallo Sporting Lisbona. Comincia a giocare a pallone su un’isoletta delle Azzorre portoghesi, poi si mette addosso le maglie non proprio gloriose dell’Uniao Michaelense e dell’Estoril, ma per trovare qualcuno che creda in lui deve emigrare in Spagna, prima al Salamanca (serie B e promozione), poi al Deportivo La Coruña. Strano che i galiziani, di solito assai svegli, se lo siano lasciati scappare, ma a quel tempo Pauleta faceva la riserva e svirgolava parecchio, soprattutto di testa (anche contro gli Usa, veramente). Visto che nessuno lo amava, Pedro non ancora Pablito decise di prendere di nuovo la valigia, stavolta con direzione Francia. E finalmente a Bordeaux si è fermato [...] Non è sbucato nel diluvio coreano come un fungo. Otto gol nelle qualificazioni lo avevano segnalato come centravanti vero, ed è stato proprio lui a dare il colpo di grazia all’Olanda e al povero Van Der Sar, con un gol andato a raccogliere quasi dalle mani dello spilungone. Contro i polacchi, ogni palla toccata sembrava dover finire in porta. Pauleta c’è riuscito di precisione, potenza e opportunismo, un po tutto il suo repertorio" (Maurizio Crosetti, ”la Repubblica” 11/6/2002).