Arturo Zampaglione, "la Repubblica" 11/6/2002, pagina 18; Alessandra Farkas, "Corriere della Sera" 11/6/2002, pagina 14; Giampaolo Pioli, "Il Giorno" 11/6/2002, pagina 39., 11 giugno 2002
John Gotti, 61 anni, padrino di New York morto di tumore il 10 giugno scorso nella prigione federale di Springfield (Missouri), dove scontava l’ergastolo
John Gotti, 61 anni, padrino di New York morto di tumore il 10 giugno scorso nella prigione federale di Springfield (Missouri), dove scontava l’ergastolo. Nato nel 1940 nel South Bronx da una famiglia italiana, 10 fratelli, espulso dalla scuola, a 14 anni fa parte di una banda di baby criminali, a 19 è stato in carcere già cinque volte. Mestieri svolti prima di diventare boss: camionista, dirottatore, scassinatore, killer. Negli anni Cinquanta, vestito da poliziotto uccide in un locale pubblico James McBratney, killer del figlio del mafioso Carlo Gambino. Diventa braccio destro di Aniello "Neil" Dellacroce e inizia a dedicarsi al traffico di droga. Con l’uccisione del boss Paul Castellano (1970) diventa padrino incontrastato di New York, a capo di 300 membri e 2000 associati. Il "Time" gli dedica una copertina disegnata da Andy Warhol e lo definisce "il nuovo Al Capone". Nel 1980 il figlio Frank, 12 anni, è investito da un vicino di casa di cui, qualche tempo dopo, si perde ogni traccia. Soprannomi: "Dapper Don" ("il boss azzimato") e "Teflon Don" ("il padrino-padella antiaderente", per l’abilità con cui riesce a scagionarsi dalle accuse). Lo incastra il braccio destro Sammy "The Bull" Gravano che confessa d’aver ucciso Castellano per suo volere.