Giampaolo Pioli, "Il Giorno" 15/6/2002, pagina 11; "la Repubblica" 16/6/2002, pagina 17; Alessandra Farkas "Corriere della Sera" 16/6/2002, pagina 12., 15 giugno 2002
Il feretro in bronzo dorato di John Gotti, nella camera mortuaria "Papavero Funeral Home" (Queen’s) circondato da composizioni floreali: cavalli bianchi fatti di garofani, con i numeri da corsa 7 e 13 (su cui scommetteva sempre); un sigaro alto 2 metri con la scritta "Cohiba"; quattro carte da poker; due dadi da gioco; un cuore di rose rosse; un enorme bicchiere di Martini con olive vere
Il feretro in bronzo dorato di John Gotti, nella camera mortuaria "Papavero Funeral Home" (Queen’s) circondato da composizioni floreali: cavalli bianchi fatti di garofani, con i numeri da corsa 7 e 13 (su cui scommetteva sempre); un sigaro alto 2 metri con la scritta "Cohiba"; quattro carte da poker; due dadi da gioco; un cuore di rose rosse; un enorme bicchiere di Martini con olive vere. Gotti, vestito con il suo abito preferito (un Brioni da 2 mila dollari), è stato portato nel cimitero di St. John’s scortato da 36 limousine nere listate a lutto e da un furgoncino con la scritta "Forza Italia 2002". Sepolto in un mausoleo gotico a 5 piani, riposa vicino ad altri boss di Cosa Nostra: Lucky Luciano, Carlo Gambino, Carmine Galante e Joe Colombo. Al funerale non erano presenti il figlio Junior, soprannominato "l’imbecille", i fratelli Peter e Gene: tutti in carcere si sono rifiutati di chiedere il permesso per andare alla cerimonia («I Gotti non chiedono favori al governo»). La preghiera sul cartoncino funebre: «Non sono qui, non sto dormendo... non stare sulla mia tomba a piangere... non sono morto».