Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  giugno 15 Sabato calendario

Fortunatamente il Dio di Trapattoni non ha nulla a che fare con una Divinità impassibile e remota, sdegnosa di curvarsi sulle vicende del mondo

Fortunatamente il Dio di Trapattoni non ha nulla a che fare con una Divinità impassibile e remota, sdegnosa di curvarsi sulle vicende del mondo. «E’ ”il Dio dei filosofi e dei sapienti”, per dirla con Pascal; ed è anche il Dio di certe lugubri confessioni protestanti. Ma non è affatto il Dio del cattolicesimo. Come ricorda, nel suo celebre inizio, la Gaudium et Spes, il documento conclusivo del Concilio: ”Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi sono pure quelle dei discepoli di Cristo; e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore”. C’è qualcosa di più ”genuinamente umano” di una partita di un campionato mondiale seguito, tra entusiasmi e disperazioni, da alcuni miliardi di uomini? Come pensare che il Creatore non abbia proprio nulla a che fare con le passioni profonde suscitate nelle Sue creature da quella metafora incruenta della guerra, dell’orgoglio nazionale, dell’abilità, della forza, della sanità del corpo, che è il match di uno sport che accomuna bianchi e neri, poveri e ricchi?» (Vittorio Messori).