Manuela Audisio, ìla Repubblicaî 29/05/2002;, 29 maggio 2002
Ha 66 anni ora, il signor Pak. «Ha i capelli bianchi, porta gli occhiali, orologio d’oro, una spillina della Fifa sulla cravatta, è supervisore dell’attività fisica nelle scuole
Ha 66 anni ora, il signor Pak. «Ha i capelli bianchi, porta gli occhiali, orologio d’oro, una spillina della Fifa sulla cravatta, è supervisore dell’attività fisica nelle scuole. Arriva con una Mercedes rossa, non perfetta, ma pur sempre Mercedes. Certo che lo sa che al ritorno in Italia i tifosi tirarono pomodori agli azzurri, al grido di Corea, Corea. ”Bene, hanno fatto bene”. Scusi? ”Cosa pretedendevano i giocatori dopo la figuraccia, gli applausi? Voi eravate l’Italia, noi nessuno. Eravamo così tagliati fuori che non sapevamo neanche cosa fosse un fallo”. Sia buono, Pak. ”Sono sincero, voi giocavate in dieci perché Bulgarelli si era fatto male, ma restavate dei maestri: con quel gran difensore di Facchetti, con la rapidità di Mazzola, con l’organizzazione di Rivera. Avreste potuto segnare, ci siete andati vicini. Solo che l’Italia non c’era con la testa, mai vista una squadra così isterica e nervosa. vero che noi avevamo fatto due anni di ritiro, andando a ripassare il calcio in Russia, ma a parte l’entusiasmo rispetto a voi eravamo piccoli. Ricordo l’emozione con cui chiamai casa per avvisare un annunciatore della radio che avevamo vinto. Era in lacrime”» (Emanuela Audisio).