Massimo Fini, "Nietzsche. L’apolide dell’esistenza", Gli specchi Marsilio., 21 giugno 2002
Nella primavera del 1877 gli occhi di Nietzsche vanno sempre peggio. Si rende conto di non avere più di un’ora e mezza di autonomia
Nella primavera del 1877 gli occhi di Nietzsche vanno sempre peggio. Si rende conto di non avere più di un’ora e mezza di autonomia. Per combattere l’insonnia fa uso di oppio e cloralio idrato. Per questo passeggia da solo per sei sette ore, rimuginando tra sé e sé i suoi pensieri, spesso ad alta voce, «raffinandoli stilisticamente». Qualche volta prende appunti su un piccolo taccuino tascabile, la sera in albergo butta giù tutto.