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 2002  settembre 11 Mercoledì calendario

Prenz JuanOctavio

• . Nato a Buenos Aires (Argentina) nel 1932. «A Ensenada de Barragán, fra Buenos Aires e La Plata, c’era, sino agli anni ’50, un cimitero di barche e polene. Forse Juan è diventato poeta guardando, nella sua infanzia, quei volti femminili e fatali corrosi dal tempo e dal maltempo, quegli occhi attoniti spalancati su catastrofi indecifrabili in arrivo dall’orizzonte, certo una delle sue prime raccolte di versi, Figura di prua , e dedicata a quelle immagini favolose e marcite, alle storie di quelle barche e dei loro equipaggi. Nato a Buenos Aires e di origine istriano-croata, ha lasciato l’Argentina all’avvento del regime militare - una sua poesia è dedicata a una sua assistente desaparecida, Diana Teruggi - è vissuto a lungo a Belgrado, dove ha insegnato e si è radicato nel mondo culturale slavo, e da anni vive e insegna a Trieste. Narratore e poeta di lingua spagnola, amico dei grandi sudamericani, appartiene egli stesso, con una sua voce appartata, personalissima e inconfondibile, a quella letteratura e al suo possente impasto epico-ironico-mitico-grottesco, che caratterizza il suo grande, imprevedibile romanzo La favola di Innocenzo Onesto, il decapitato, edito da Marsilio in una eccellente versione italiana di Alberto Princis. un curioso esempio di scrittore mitteleuropeo-sudamericano. [...] ”Da giovane lessi che, secondo Marconi, le voci non spariscono nello spazio e galleggiano infinitamente. Da allora, sono in attesa che sia inventato il marchingegno che raccoglierà le voci del passato e riscriverà la storia. Penso che qualsiasi storia di qualsiasi personaggio è una costante convocazione di voci che la formano”» (Claudio Magris, ”Corriere della Sera” 9/9/2002).