Attilio Geroni, ìVentiquattroî 12/1/2002, 12 gennaio 2002
nsomma, la Germania è in recessione. Quel che è peggio è che nessuno ha saputo o voluto accorgersene in tempo
nsomma, la Germania è in recessione. Quel che è peggio è che nessuno ha saputo o voluto accorgersene in tempo. Né il Governo, né i sei istituti di Ricerca, né i Cinque Saggi, i consiglieri economici del governo, e tantomeno i capi-economisti di Deutsche Bank, Dresdner e Commerzbank. Non se n’era accorta, a quanto pare, nemmeno la Banca centrale europea, che pur non essendo la Bundesbank è stata creata a sua immagine e somiglianza. Il rito con cui queste venerabili istituzioni hanno via via aggiornato le loro stime è stato, come tutti i riti, di una lentezza esasperante. Quando la frenata era già evidente, nella primavera 2001, si parlava di «leggera flessione» e dell’«impatto limitato» che la crisi americana avrebbe avuto sulla Germania grazie all’effetto positivo dei tagli fiscali introdotti nel 2001. Quando la recessione si è avvicinata, tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno dell’anno scorso, si puntava sulla stagnazione.