Attilio Geroni, Ventiquattro 12/1/2002, 12 gennaio 2002
Nonostante la recessione e la rigidità del mercato del lavoro, il Governo di centro-sinistra ha aggiornato la legge sulla cogestione, Mitbestimmung, a netto favore dei dipendenti e della loro partecipazione attiva al processo decisionale delle aziende
Nonostante la recessione e la rigidità del mercato del lavoro, il Governo di centro-sinistra ha aggiornato la legge sulla cogestione, Mitbestimmung, a netto favore dei dipendenti e della loro partecipazione attiva al processo decisionale delle aziende. Nelle imprese tedesche, metà dei consigli di amministrazione è espresso dalle organizzazioni sindacali. Così, se un’azienda tedesca ne acquista una italiana, sono in certa misura i sindacati tedeschi che decidono come va gestita. [7] Il sistema è più antico dei suoi quasi trent’anni di vita ufficiale (il regolamento precedente risaliva al 1972). I primi consigli di fabbrica furono istituiti ai tempi della Repubblica di Weimar. La nuova legge impone anche alle piccole e medie imprese di dedicare almeno un dipendente a tempo pieno alle attività di cogestione: condizioni di lavoro, orari, formazione professionale, sicurezza, ambiente, discriminazione sessuale e razziale sono i temi sui quali i lavoratori possono a volte imporre al management il loro punto di vista. Le medie imprese tedesche, le Mittelstand, si sono ribellate perché i cambiamenti porteranno costi aggiuntivi per 2,7 miliardi di marchi all’anno, ma le grandi non hanno fatto una piega. Molti manager illustri, e tra questi Joachim Milberg, presidente di Bmw, continuano anzi a ritenere la cogestione e la bassa conflittualità sindacale che ne deriva, un patrimonio irrinunciabile.