(Vincenzo Cerracchio, ìIl Messaggeroî 1/5/2002)., 1 maggio 2002
Il calcio africano, per molti tecnici vittima negli ultimi anni di un’involuzione. Il camerunense Joseph-Antoine Bell: "Chi recluta giocatori africani ormai non cerca più il virtuoso di un metro e settanta ma solo dei ”mostri" di almeno un metro e ottanta
Il calcio africano, per molti tecnici vittima negli ultimi anni di un’involuzione. Il camerunense Joseph-Antoine Bell: "Chi recluta giocatori africani ormai non cerca più il virtuoso di un metro e settanta ma solo dei ”mostri" di almeno un metro e ottanta. E un mostro non può essere un artista. Così ci mancano i creatori di gioco e i tiratori di punizioni. L’Africa produrrà sempre dei Desailly ma ci saranno ancora degli Abedi Pelé e dei Milla? L’unico rappresentante di un calcio fantasioso è attualmente il congolese Nonda, grande atletismo ma anche buona agilità palla al piede. E’ lui la strada da seguire". Beppe Dossena, in passato allenatore del Ghana: "Manca la mentalità, è sbagliato l’approccio. E noi europei ci comportiamo da colonizzatori: prendiamo in blocco e portiamo via: E’ necessario lavorare sul posto. Bisogna crescere i ragazzi nel loro ambiente. Invece c’è la corsa all’emigrazione, tutti fuori, nelle mani dei procuratori, ad elemosinare qualche club decente. Ma quando tornano, magari per la nazionale, ricominciano a ragionare da africani: mancano della giusta professionalità, arrivano tardi agli allenamenti, pretendono di dettare la formazione, creano problemi nel gruppo"