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 2005  luglio 07 Giovedì calendario

Le quattro bombe di Londra. Nel giro di un minuto tre esplosioni colpiscono la più antica metropolitana del mondo e neanche un’ora dopo una quarta squarcia il tetto di un tipico bus della City, quello rosso a due piani. Il bilancio è di 52 morti e 700 feriti. I kamikaze sono islamici, hanno dai 18 ai 30 anni e dicono di aver agito in nome di Allah

• 7.28 Quattro ragazzi, zainetto in spalla, lasciano una Nissan rossa presa in affitto nel parcheggio della stazione Luton e salgono sul treno delle 7.48 per King’s Cross. Sono islamici, hanno tra i 18 e i 30 anni, tre sono di origine pachistana, uno invece è della Giamaica. Vengono da Leeds.
 
• 8.20 I quattro ragazzi arrivano alla stazione di King’s Cross. E lì, nel metrò, si separano: Shehzad Tanweer, 22 anni, prende la linea 204, Mohammed Sidique Khan, 30 anni, la 216, Germaine Lindsay, 19 anni, la 311, mentre Hasib Hussain, 18 anni, ha trovato chiusa la Northern Line Train e quindi si dirige in superficie.
 
• 8.49 All’ora di punta, sulla linea 204 tra Liverpool Street e Aldgate East un’esplosione colpisce la più antica metropolitana del mondo, groviglio colorato di 12 linee per 400 km sotterranei [Fog 8/7/2005]. A farla detonare è stato Shehzad Tanweer, 22 anni. A pochi passi da lui c’era Philip Duckworth: «Ho visto un fascio di luce luminosissimo. Poi ho creduto di essere caduto dal finestrino. A quel punto però mi sono reso conto che non riuscivo a muovermi e che facevo fatica a respirare» [Guardian 21/10/2010]. Duckworth è rimasto cieco. Il suo occhio è stato perforato da «frammenti della tibia di Tanweer» [Le Monde 7/7/2011].
 
• 8.50 Dopo pochi secondi un’altra bomba scoppia alla stazione di Edgware Road sulla linea 216. È stato Mohammed Sidique Khan a farla esplodere. Seduto vicino a lui c’era Daniel Biddle: «Io l’ho visto mentre faceva detonare la bomba». L’uomo, nell’esplosione ha perso tutte e due le gambe, la milza e l’occhio sinistro [Guardian 7/7/2010]. Sullo stesso vagone, a pochi metri dai due, era seduta Davinia Turrell, 24 anni: «Il treno aveva appena lasciato la stazione di Edgware Road, si è bloccato subito. Nel nostro vagone la luce non funzionava, in quello accanto si vedeva qualcosa, mi sono messa a camminare verso la luce». Non pensava neanche di essere ferita. «Mi ricordo che dovevo assolutamente arrivare in ufficio. La gente mi guardava e gridava. C’erano corpi ovunque». Aveva il viso completamente sfigurato [Oggi 8/7/2010].
 
• 8.50 Un altro ordigno esplode, questa volta sulla 311, tra King’s Cross e Russell Square [Fog 8/7/2005]. Anche Germaine Lindsay s’è fatto saltare in aria, con lui sono morte 26 persone. Alison Macarthy, una pendolare che gli viaggiava vicino, ha perso i sensi e quando si è risvegliata intorno a lei era «un mucchio di detriti e di corpi». Gillian Hicks è la donna che ha riportato più ferite in questo attentato. Ha quasi perso l’uso delle gambe. Lilian Ajayi invece racconta come Christian Small, un uomo che poi è morto, abbia trascorso i suoi ultimi momenti facendo ridere gli altri con una battuta sul sovraffollamento della metro.
 
• 9.40 Il sito della Bbc parla di un fragore tra le stazioni di Liverpool Street e Aldgate East, al confine con l’East End, dove convergono quattro linee di metropolitana e una ferrovia. Ancora nessuno parla di attentati [Fog 8/7/2005].
 
• 9.00 Hasib Hussain è ripreso dalle telecamere della King’s Cross Station mentre compra delle pile da 9 volt per 4 pound e 49. Sulle spalle ha ancora lo zaino. Poco dopo risale la Euston Road e si ferma davanti al McDonald’s. Tenta più volte di chiamare i suoi complici ma nessuno gli risponde. Sono tutti morti. Così sale sulla linea 30, su uno di quei tipici autobus londinesi, quelli rossi su due piani.
 
• 9.47 Una bomba squarcia il tetto del bus numero 30 che transita per Russel Square. Anche Hasib Hussain si è sfatto saltare in aria. Sull’asfalto, tra i rottami, si vedono cadaveri. L’obiettivo del suicida poteva essere ancora una volta la metropolitana dov’era diretto il bus. Lungo le strade si muovono solo i camion dei pompieri, le auto della polizia e le ambulanze. La gente corre lontano, fugge. Chi è ferito aspetta, spaesato, che qualcuno lo raccolga e curi le ferite. L’ordigno è esploso a Tavistock Place, vicino a Russel Square [Repubblica.it 7/7/2005]. Richard Jones, 61 anni, era sul bus 30, seduto davanti a lui, vicino alla porta centrale, c’è un ragazzo. Lui ne è sicuro: «Era il terrorista, probabilmente morto nello scoppio. Sono certo di essermi trovato faccia a faccia con lui. Era molto agitato, stava disperatamente trafficando con la tastiera del suo iPod, forse stava cercando di bloccare il timer» [Numa, Sta 12/7/2005].
 
• 9.54 Il servizio della metropolitana è sospeso. Il dipartimento dei Trasporti parla di «interruzione di corrente». Gli edifici attorno a Liverpool Street sono evacuati, centinaia di persone si riversano per strada [Fog 8/7/2005].
 
• 10.14 Un comunicato di Scotland Yard parla di un «incidente di grandi dimensioni» [Fog 8/7/2005].
 
• 10.35 L’autorità per i Trasporti sostiene che le esplosioni sono state provocate da un ordigno [Fog 8/7/2005]. Scotland Yard non nega che la matrice possa essere terroristica.
 
• 10.55 Sospesi i servizi di trasporto in tutta la Zona 1. Le autorità chiedono agli automobilisti di non dirigersi verso la City [Fog 8/7/2005].
 
• 10.59 La polizia parla di «alcuni morti», si diffonde la voce di altri autobus colpiti, Scotland Yard conferma l’esplosione di Russel Square [Fog 8/7/2005].
 
• 11.20 Il governo parla di «20 morti», una fonte medica ne ipotizza 90, secondo la polizia i morti sono 50. Vengono dislocati militari al Covent Garden, in pieno centro, distretto dei teatri [Fog 8/7/2005].
 
• 11.30 Ian Blair, capo della polizia, in diretta sulla Bbc esorta la popolazione a restare dov’è e a non chiamare i servizi d’emergenza, se non per ragioni gravissime [Fog 8/7/2005].
 
• 11.45 Sky News riferisce che a Stockwell è stato ritrovato un pacco sospetto. Sospesi i servizi di treni London Docklands light railway e l’Heatrow express service per l’aeroporto [Fog 8/7/2005].
 
• 11.50 Scotland Yard ammette che le esplosioni sono riconducibili a «un attacco terroristico di grande portata» [Fog 8/7/2005]. Non è l’Ira; la firma del terrore viene da lontano, dal mondo islamico. Il mondo economico risponde con la stessa velocità con cui si diffondono le notizie nel mondo: la sterlina è in caduta libera, i titoli di Stato europei puntano verso l’alto. Le azioni delle società collegate al turismo crollano [Repubblica.it 7/7/2005].
 
• 12.05 Tony Blair parla da Gleneangles, dove si sta svolgendo il G8: «Si tratta di una serie di attacchi terroristici contro il mondo civilizzato ma non permetteremo a nessuno di cambiare la nostra società. Il terrorismo non vincerà; saremo noi a prevalere». Poco dopo torna a Londra in elicottero. Un sopravvissuto racconta di aver visto un treno spaccato in due a King’s Cross, un altro di aver rotto i vetri con l’ombrello per fuggire. Gli automobilisti che lasciano la città sono invitati ad aiutare i pendolari a tornare a casa. La Regina Elisabetta si dichiara «profondamente scioccata» [Fog 8/7/2005].
 
• 12.07 Un gruppo segreto di al Qaeda in Europa rivendica i morti di Londra [Repubblica.it 7/7/2005].
 
• 12.40 Sky News parla di «attentato suicida su un autobus» [Fog 8/7/2005].
 
• 12. 45 Si comincia a parlare di una rivendicazione di al Qaeda su internet. Il Royal London Hospital riferisce di 133 persone ricoverate, ma i feriti saliranno a più di 700, tra cui due italiani [Fog 8/7/2005].
 
• 15.20 Riaprono le stazioni di Victoria, Euston e Paddington [Fog 8/7/2005].
 
• 16.00 Scotland Yard parla di 33 morti [Fog 8/7/2005]. La Farnesina precisa che «gli italiani rimasti feriti negli attentati dinamitardi sono due, ma entrambi in maniera leggera».
 
•18.10 È evacuata Victoria Station per il ritrovamento di un pacco sospetto [Fog 8/7/2005].
 
• 19.30 Il bilancio provvisorio delle vittime accertate sale a 37. I feriti sarebbero 700 di cui 45 in condizioni gravi.
 
• 20.30 Il bilancio ufficiale dei morti sale a 44, le bandiere sventolano a mezz’asta a Buckingham Palace [Fog 8/7/2005].
 
• Il bilancio finale sarà di 52 morti e oltre 700 feriti. Oltre ai quattro terroristi.