5 marzo 1876
Nasce il Corriere della Sera
È la prima domenica di Quaresima. A Milano piove minutamente dal mattino. Alle nove di sera gli strilloni distribuiscono un nuovo quotidiano. Si chiama Corriere della Sera, è diretto da Eugenio Torelli Viollier, «un napoletano di 34 anni, compassato, freddo, dalla parola misurata: pare più un inglese che un meridionale» [Gaetano Afeltra, CdS 6/3/1996].
Quattro pagine (l’ultima tutta dedicata alla pubblicità) stampate in tremila copie con data 5-6 marzo. Cinque centesimi il prezzo in città, 7 fuori. I redattori sono tre, più un impiegato e un fattorino. Lavorano al numero 77 della Galleria Vittorio Emanuele.
Nell’editoriale di apertura, non firmato, pubblicato col titolo “Al pubblico”, il direttore e il giornale si presentano così: siamo conservatori e moderati, apparteniamo al partito che fu di Cavour e che ha avuto finora le preferenze degli elettori e per conseguenza il potere. Il che non vuol dire che battiamo le mani a tutto ciò che fa il Governo. Se c’è cosa che abbiamo in odio, è il giornale a tesi. Nella prima pagina il nuovo quotidiano risponde ai veleni di altri due giornali, La Ragione e Il Pungolo. «Giammai l’annunzio d’un giornale suscitò tanti e sì furibondi attacchi. (...) La nascita del Corriere della Sera è ora come un raggio di sole, ed a tutti è nota la privata iniziativa di cui è figlio». [Cds 5-6/3/1876, Afeltra Cds 6/3/1996]
Il primo numero del Corriere della Sera riporta la data 5-6 marzo perché esce il pomeriggio con edizione unica, cioè valida per il pomeriggio del primo giorno e la mattina del secondo giorno. Il formato era 56x40 cm, la sede del giornale era in Galleria Vittorio Emanuele a Milano e veniva stampato in una tipografia sotterranea in via Marino, adiacente alla Galleria.