Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Il nuovo segretario della Lega è Matteo Salvini, quarant’anni, milanese e milanista, maroniano e bossiano, benché Bossi, ieri, fosse il suo avversario alle primarie del partito e in mattinata avesse detto: «Solo io posso salvare la Lega». Salvini l’ha battuto 82 a 18, e in certe regioni (per esempio la Romagna) anche 93 a 7. Subito dopo la vittoria, però, ha dichiarato: «Senza Bossi non saremmo qui. È lui il primo che chiamerò al telefono». Ai 58 seggi aperti in dodici regioni si sono presentati 10.221 iscritti (bisognava essere iscritti da almeno un anno), cioè il 60% di tutti i militanti con tesserino, che sono 17.047. Ottomila 162 hanno scelto Salvini, mille e 833 Bossi. Nel complicato rituale leghista, per avere la proclamazione ufficiale bisognerà attendere il congresso straordinario di domenica 15: i delegati saranno chiamati a rivotare, e solo se Salvini otterrà la maggioranza assoluta diventerà effettivamente segretario.
• Stiamo parlando delle primarie della Lega per non parlare delle primarie del Pd.
Le primarie del Pd si svolgono oggi.
• Sì, ma delle primarie della Lega non s’è quasi accorto nessuno, mentre Renzi e le primarie democratiche occupano tutti gli spazi...
Le ultime sulle primarie democratiche, che si svolgono oggi tra le 8 e le 20 in novemila gazebo sparpagliati su tutta la Penisola, sono queste. Renzi, sicuro vincitore, ha chiuso la sua campagna a Reggio Emilia. Ha detto: «Meno 1 al nuovo Pd che sogniamo insieme da sempre. Chi vota per me toglie un miliardo di euro alla politica». Poi ai microfoni de La7 ha affrontato il tema della legge elettorale. «Che c’entra il governo? La fa il Parlamento la riforma, partendo da una proposta che farà il Pd. Quello che si è capito è che le commissioni dei saggi servono solo a perdere tempo. Sono un modo per dilazionare le scelte. Domenica c’è la commissione di saggi più credibile di questo mondo: il milione e mezzo, due milioni di italiani che domani andranno a votare alle primarie. E se alle primarie decidiamo l’abolizione del Senato, il bipolarismo e il maggioritario perché vince il candidato che propone queste cose, i gruppi non possono mettersi di traverso».
• Un milione e mezzo, due milioni di italiani?
Già, lei ha colto subito il punto. Per Prodi votarono quasi in quattro milioni, e per Bersani erano già scesi a tre. Renzi mette da subito l’asticella ancora più in basso, in modo che la scarsa affluenza non lo penalizzi. Ma i suoi avversari potrebbero passarsi la voce e non presentarsi ai gazebo. Che te ne fai di un consenso, magari del 90%, se te lo hanno datto in ottocentomila? L’altro punto-chiave è la chiamata in causa dei gruppi. Il ragionamento di Renzi è: io sono per l’abolizione del Senato, il bipolarismo e il maggioritario, dunque se vinco i gruppi parlamentari di Camera e Senato non possono opporsi. In realtà è un po’ più complicato di così: in termini puramente numerici, Renzi ha dalla sua una cinquantina di deputati e una ventina di senatori, almeno finora. Infatti ha detto di voler procedere alla riorganizzazione del Pd senza trattare con le correnti. Ma supponiamo che, constatata l’impossibilità di un accordo con Letta, dia ordine di ritirare la fiducia al governo. Il partito lo seguirà? Chi sa. Renzi dovrebbe incontrare i due gruppi parlamentari già domani sera.
• Io direi di parlarne domani, a urne chiuse. Diciamo qualcosa degli altri due concorrenti, dei quali da domani ci si occuperà assai meno.
Pippo Civati, 38 anni, monzese, è un bel ragazzo assai simpatico, a suo tempo renziano e adesso battitore libero dalle parti di Rodotà o di Prodi. È professore di filosofia e padre di una bambina di tre anni. Ieri ha detto: «Non basta dire cose di sinistra, bisogna anche fare cose di sinistra e farle nella vita di tutti i giorni». Gianni Cuperlo, triestino, 52 anni, è l’uomo di D’Alema, infilato nell’ingranaggio che vorrebbe costruire Renzi. Ha sempre lavorato nel partito, dove ha anche incontrato sua moglie Ines (durante un viaggio politico in Corea del Nord). Nelle sue dichiarazioni di ieri s’è lamentato del fatto che tutti lo fanno passare per un uomo d’apparato. Sarebbe difficile, però, sostenere il contrario: a D’Alema scriveva i discorsi, anche se - si dice - D’Alema poi non li leggeva mai.
• Bene. È cosciente che in questo week-end così ricco si sta muovendo anche Berlusconi?
Certo. Oggi Berlusconi inaugura la convention di Forza Italia, in cui sarà annunciata la nascita dei primi mille club Silvio Berlusconi. Ha fatto sapere che sul palco non vuole nessun senatore o deputato, ma solo facce nuove e giovani. A questi giovani il Cav consegnerà anche il kit del candidato, sul modello di quelli che vennero distribuiti nel 1994.
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