Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Nella tradizionale conferenza stampa di fine anno (20 domande ammesse, 25 eliminate), Renzi ci ha fatto sapere che: dopo tre anni di segno meno, il Pil nel 2015 è aumentato dello 0,8%; il tasso di disoccupazione è ancora troppo alto (11%), ma 300 mila persone hanno trovato lavoro grazie alla legge del Jobs Act; nel 2016 il governo «discuterà, ragionerà» (il che non vuole ancora dire che interverrà) sulle pensioni: però, «se ci saranno da fare interventi sulle pensioni d’oro, saranno fatti [...] Io non considero una pensione da duemila euro una pensione d’oro»; i decreti attuativi per la riforma della Pubblica Amministrazione saranno emessi a partire da gennaio e saranno tutti approvati entro agosto; in politica estera abbiamo di nuovo un ruolo: «Noi eravamo alla finestra, a Vienna non toccavamo palla, nell’incontro sull’Iran l’Italia non c’era, ora a Vienna si riuniscono gli stessi paesi più uno, cioè l’Italia, per parlare di Siria. E a Roma si parla di Libia»; il premier dà per scontato che le richieste italiane di flessibilità sulla legge di Stabilità vengano bene accolte a Bruxelles, «abbiamo rispettato tutte le regole, e pretendiamo rispetto»; l’austerity non funziona, «noi il debito lo stiamo abbassando, «l’Europa cresce meno perché ha scelto la politica economica sbagliata. Dal 2008 le politiche di Obama hanno portato fuori gli Usa dalla recessione mentre le politiche europee no»; nel 2015 gli sbarchi di migranti sono diminuiti; non è vero che il governo non fa niente per il Sud, ci sono provvedimenti che riguardano «credito d’imposta, terra dei fuochi, Bagnoli, Ilva, Salerno-Reggio Calabria, Napoli-Bari»; sulle tasse Renzi ha solo ricordato di aver indicato un percorso, ma la discussione vera avverrà l’estate prossima, perché adesso i dati non sono definiti; «se perdo il referendum costituzionale, considero fallita la mia esperienza politica»: il premier prevede una rapida approvazione delle riforme costituzionali e il referendum confermativo per il prossimo ottobre; lo smog si combatte anche con le colonnine elettriche, quelle che permettono la circolazione di più auto non inquinanti: Renzi vuole passare da duemila a ventimila colonnine elettriche in tutt’Italia; chi è stato truffato dalle banche riavrà indietro i soldi, in ogni caso «non cambio le banche italiane con quelle tedesche, c’è però sicuramente un tema di trasparenza»; le unioni civili vanno approvate; non c’è mai stato un cda della Rai così ricco di competenze; nel 2018 il Pd vincerà le elezioni al primo turno, nel 2016 non ci sarà alcun rimpasto, il candidato per il sindaco di Roma sarà scelto con le primarie a marzo, per quello di Milano con le primarie il 7 febbraio, elezioni intorno al 10 di giugno; «abolirei l’ordine dei giornalisti domani mattina» (in risposta a un’introduzione del presidente dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, che aveva parlato di «schiavitù dell’informazione»).
• Ha ragione o ha torto?
Sull’Ordine dei giornalisti ha cento volte ragione. Il più inutile degli enti inutili.
• Volevo dire: ha fornito dati giusti, per esempio questa storia che la crescita è ripartita è vera o no?
Il dato definitivo sul Pil sarà diffuso dall’Istat solo il prossimo 1° marzo. La stessa Istat conferma che a ottobre il tasso di disoccupazione è sceso all’11,5%, il più basso dal 2012. Gli effetti del Jobs Act sono ancora tutti da capire, e comunque a ottobre gli occupati con contratto a tempo indeterminato erano 14.527.000, mentre a marzo, quando il Jobs Act ancora non c’era, erano 14.550.000. Renzi ha basato il suo ragionamento relativo alla ripresa anche sul +94% dei mutui, ma quasi un terzo dei nuovi mutui è in realtà una surroga, cioè italiani che hanno spostato il mutuo da una banca all’altra. L’Abi, nel rapporto di novembre, ha scritto che il mercato dei mutui, anno su anno, era fermo.
• Sulla politica estera?
Sulla politica estera ha ragione. Avremo un ruolo di comando in Libia, sul Medio Oriente siamo riusciti a rompere l’isolamento in cui ci avevano messo, un italiano sta per diventare capo dell’alto commissariato per i profughi.
• I contrasti con i tedeschi? Le banche?
Qui ho molti dubbi. L’Unione europea darà un giudizio sulla nostra legge di stabilità la prossima primavera. Una bocciatura, con l’avvio dell’ennesima procedura d’infrazione, è piuttosto probabile ed è per questo che non si può dir niente sulle pensioni adesso. Se la legge di Stabilità verrà bocciata, ci vorranno nuove tasse: Renzi ha forzato il rapporto deficit/pil di un punto, a causa del nostro debito c’eravamo impegnati a un 1,4%, la legge sfora fino al 2,4%. Non è certamente vero, poi, che il nostro debito diminuisce. Non si vede anzi una strategia politica credibile per intaccarlo e anche questo è all’origine della severità tedesca sulle nostre banche. Anche la sicurezza con cui si critica l’austerity, additando l’esempio espansivo della politica americana, è piuttosto fuori luogo.
• Perché?
La politica espansiva giapponese, per esempio, finora s’è dimostrata un disastro.
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