Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La Concordia sta navigando verso Genova. Finora va tutto bene, dunque serviremo al lettore un pezzo pieno di frasi, piccole cronache, colore...
• Eh no. Intanto non sta mica «navigando». La stanno rimorchiando. Quanti sono a rimorchiarla? In televisione ho visto una specie di flotta.
La Concordia è circondata da 14 imbarcazioni ed è sorvegliata da due elicotteri. La tirano sul serio in due, la Blizzard e la Resolver Earl, rimorchiatori capaci di trainare 135 tonnellate a testa. Casomai dovesse succedergli qualcosa, a poppa navigano altri due rimorchiatori pronti a sostituirli. Quindi non bisogna farsi ingannare dalle apparenze e credere che il rimorchio sia affidato all’imbarcazione che vediamo in testa. Quella è la Kidan, detta «lepre», e sta lì davanti per avvistare balene e delfini e dare l’allarme. Sulla questione ambientale c’è tutto un can can di allarmi, dichiarazioni e sfiducia manifesta. A parte gli ambientalisti, i francesi ci sono andati giù pesante, perché dicono che potremmo rovinargli il mare della Corsica. Ségolène Royal, che a Parigi fa il ministro dell’Ecologia, s’è imbarcata su una nave militare e aspetta al largo il passaggio dei nostri «per mettere ancor più sotto pressione il governo italiano». Il ministro Galletti, omologo italiano della Royal, le ha risposto bene: «Analizzeremo le acque prima del nostro passaggio. Non vorremmo che ci attribuissero responsabilità che sono di altri».
• Che cosa fa invece quell’imbarcazione grigia...
Quella è la Cdtforcault, ex nave militare belga, attrezzata con le brande calde, dette così perché c’è sempre qualcuno che ci dorme sopra. A bordo ci sono una decina di persone in tutto (quando è naufragata era 4.229). I numeri della Concordia così come si presenta oggi, con i cassoni a tenerla a galla, sono comunque impressionanti: «Lunghezza massima fuori tutto metri 289,6. Larghezza massima compresi i cassoni: circa 62,5 metri. Immersione massima (incluse le catene sotto la chiglia) 18,5 metri».
• Quando dovrebbe arrivare a Genova?
Se tutto fila liscio, domenica prossima, intorno a mezzogiorno, o addirittura già sabato. Qui si stanno preparando accoglienze semi-trionfalistiche, sostenute dalla speranza, neanche troppo nascosta, di far soldi attraverso il relitto-monumento. Al Giglio è capitato: mentre i due terzi dell’isola, che vivono di turismo classico, hanno visto dimezzati i fatturati, il terzo terzo, quello con la nave in vista, hanno incassato un 70 per cento in più. Il saldo è negativo per il Giglio, ma per Pra e Pegli l’affare si presenta in un altro modo, non si tratta infatti di un relitto antiesteticamente piazzato in mezzo al mare, ma di un gran pesce da cucinare e tagliare a fette, chiuso in un bacino dove nessuno ha mai pensato di fare il bagno e però visibile dai passeggeri della Navebus che fa la spola tra Porto Antico e Molo Marchetti oppure dal Genova-Ventimiglia. Da una piantina distribuita dalla locale Fondazione Primavera apprendiamo che le zone con vista sulla Concordia sono una rotonda in via Martiri del Turchino, la strada che porta al Cep, una rotonda nel quartiere delle Lavatrici, le spiagge tra Voltri e Crevari, la passeggiata di Pegli. Corre voce che gli appartamenti vista mare su Pra vadano via a duemila euro la settimana.
• Quali erano le frasi con cui avrebbe voluto cucire il pezzo se non l’avessi riportata alla ragione?
Ma soprattutto la dichiarazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Del Rio: «Siamo un Paese che sa imparare dai suoi errori, anche da quelli dei singoli. Il Paese ha fatto sistema per rimediare all’errore di un singolo che tutta la comunità ha pagato. Questa partenza dice che c’è una possibilità per questo paese: stringersi e trovare insieme le soluzioni e dare una speranza, è un’occasione nuova e guardare al futuro con ottimismo».
• Non mi piace.
Lo so, è intrisa di faciloneria e retorica. Ma un briciolo di verità c’è. Anche se non ho visto nessun paese «stringersi», a dire la verità. C’è stato casomai un bel gruppo di circa duemila persone, guidato da un vero esperto che si chiama Nick Sloane ed è stato messo a quel posto perché è un fuoriclasse e non perché era amico di questo o di quello. Anche i duemila tecnici che hanno lavorato intorno al problema: non sono stati scelti né con un appalto né col sistema del quaranta per cento dei posti a me, il trenta a te e l’altro trenta a tutti gli altri. Quindi dalla Concordia e dalla sua soluzione, piuttosto rapida, dovremmo imparare il comportamento da tenere per tutte le altre emergenze del Paese, dato che, è inutile negarlo, tutto il nostro orizzonte è pieno di Concordia che nessuno riesce a tirar su e far navigare verso Genova.
• A che velocità va la nave?
Due nodi al massimo. L’importante non è correre, ma arrivare.
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