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 2014  giugno 08 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Federica Mogherini
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro degli Affari regionali è Maria Carmela Lanzetta (senza portafoglio)
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

La domanda è questa: si potrà capire, dai ballottaggi di oggi, se Renzi pagherà lo scotto dello scandalo di Venezia, perdendo consensi rispetto al 25 maggio e a quel mirabolante quasi 41%?

La risposta qual è?
Direi che non si potrà capire. In un sacco di posti il Pd è andato al ballottaggio per pochissimi punti, cioè era molto vicino alla metà dei voti. Per affermare che l’affare di Venezia ha avuto un peso, bisognerebbe che perdesse in città come queste.  

Non abbiamo spiegato che oggi ci sono i ballottaggi.
Già. Quando si vota per il sindaco della città, bisogna che uno dei candidati, per essere eletto, prenda il 50 per cento dei voti più uno. Se nessuno dei concorrenti ce la fa, si va a un secondo turno, mettendo in lizza i primi due. Quello che succede oggi: seggi in genere aperti dalle 7 alle 23 e spoglio subito dopo o domani mattina. In Sicilia, e solo in Sicilia, i seggi si chiudono alle 22 e si continua a votare domani dalle 7 alle 15. In Sicilia, peraltro, è chiamata alle urne, tra i capoluoghi di provincia, la sola Caltanissetta. Chi vince, porta alla sua coalizione un premio di maggioranza uguale al 60 per cento dei seggi. Nei comuni con meno di 15 mila abitanti la faccenda è risolta per legge al primo colpo, quindi i giochi si sono chiusi lo scorso 25 maggio: due terzi dei seggi sono andati ai sindaci eletti, gli altri sono stati distribuiti tra i perdenti.  

Quante città sono ancora senza sindaco?
148. Tra queste, 17 sono capoluoghi di provincia. Tra queste, tre sono anche capoluoghi di regione: Bari, Perugia e Potenza. Le faccio l’elenco delle altre 14 (in ordine alfabetico): Bergamo, Biella, Cremona, Foggia, Livorno, Modena, Padova, Pavia, Pescara, Teramo, Terni, Verbania, Vercelli e Caltanissetta. Mettiamoci pure un quindicesimo nome, cioè Urbino che condivide la condizione di provincia con Pesaro.  

Com’è andata lo scorso 25 maggio?
Quello che le dicevo all’inizio. Il centro-sinistra, dal voto del 25 maggio, è uscito in vantaggio quasi ovunque e spesso con un consenso assai vicino al 50%. In questo gruppo di quasi eletti stanno soprattutto gli aspiranti sindaci di Bari (Decaro, 49,38%) e Modena (Muzzarelli, 49,71%). Ma sarei davvero sorpreso se non ce la facessero, per il Pd, Boccali a Perugia (46.55%), Giorgio Gori a Bergamo (42,17%), Di Girolamo a Terni (47%), Galimberti a Cremona (46,1%), Petrone a Potenza (47,4), Marchionini a Verbania (45,4%). Se devo dire chi è quello che rischia di più in questa lista di quasi vincitori, indicherei Galimberti che a Cremona deve vedersela con Oreste Perri (33,33%) ex medaglia d’oro ai Mondiali di canoa di Città del Messico e dominus del centro-destra in città. Ma, se pure accadesse, diremmo che è colpa di Venezia e che il vento favorevole a Renzi sta già ripiegando? A me parrebbe una forzatura.  

• Il centro-destra è messo male dappertutto?
Abbastanza male. Persino il sindaco star Alessandro Cattaneo, che l’altra volta vinse a Pavia col 63% dei voti, stavolta s’è dovuto rassegnare al secondo turno con De Paoli. Ma al primo giro ha preso comunque il 47%, e vincerà. Il centro-destra è andato in confusione soprattutto a Modena, dove Giovanardi (Ncd) ha voluto presentare una lista sua, che ha preso il 4% indebolendo il fronte e lasciando il ballottaggio al Movimento 5 Stelle (con Marco Bortolotti, che comunque perderà). Qui si vede un fenomeno interessante: il centro-destra, quando non è al ballottaggio, esorta i suoi a votare per i grillini. A Modena è così, ed è così pure a Padova dove si concretizza uno scambio di favori tra Lega e Movimento 5 Stelle. Senza apparentamenti ufficiali, cioè senza compromettersi, a Padova i grillini voteranno per il candidato della Lega ed è un appoggio importante perché qui la partita è in bilico: al primo turno Ivo Rossi (che s’è caricato il Comune dopo che Zanonato è diventato ministro) ha preso il 33, 76%, mentre il leghista Bitonci gli è a ridosso col 31,42. La Lega, senza dire una parola, ricambierà il favore a Livorno e a Modena. A Modena senza possibilità, a Livorno forse con qualche chance perché il Pd ha avuto qui uno dei pochi risultati deludenti, un 39,9% dei consensi per Marco Ruggeri in una città che dal tempo dei tempi appartiene al Pci e ai suoi succedanei. Grillo ha molto enfatizzato il successo del suo uomo, l’ingegnere ambientalista Filippo Nogarin. Che però parte da una dote del 19%, in calo rispetto alle politiche dove Grillo prese il 27%. Se Nogarin dovesse farcela, scommettiamo che qualcuno griderà al vento che è cambiato? (leggi)

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