Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Aggiorniamo il bollettino dello scandalo «Mondo di Mezzo», quello che ha impestato e sta impestando Roma. Si è mossa anche l’Autorità nazionale anticorruzione per fare chiarezza sugli appalti nella Capitale: il presidente Raffaele Cantone ha annunciato la creazione di un pool di esperti — individuati all’interno dell’anti-corruzione — per analizzare possibili appalti sospetti. L’altra notizia riguarda il sindaco Ignazio Marino, la cui incolumità è a rischio. Il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ha detto: «In un momento così complesso e difficile bisogna garantire la sicurezza del sindaco. Ci sono intercettazioni con insulti che confermano che un’esposizione del sindaco c’è e va valutata con le altre forze dell’ordine. Il sindaco è un’istituzione e va protetto». Il prefetto ha pronunciato queste parole dopo aver appena detto che il Comune di Roma potrebbe essere sciolto. «Roma non ha mai vissuto una situazione del genere. Stiamo leggendo le 1200 pagine dell’ordinanza, alla fine decideremo e riferiremo al ministro», che in questo caso è Angelino Alfano.
• «Sciogliere il Comune di Roma» significa sciogliere il consiglio comunale (il Parlamento cittadino) e andare a nuove elezioni?Esatto.
• Perché sciogliere il Comune quando sotto accusa è l’amministrazione precedente e, anzi, ormai si sospetta con qualche fondamento che gli attacchi forsennati a Marino delle scorse settimane fossero causati dalla sua resistenza alle logiche di un tempo?
Infatti l’uomo che deve occuparsi di rifondare il Pd romano, cioè Matteo Orfini, fresco della nomina da parte di Renzi di commissario del partito nella capitale, sostiene che un rischio commissariamento non c’è, anche se ammette che il Pd «è stato permeabile alle infiltrazioni». Lo scioglimento del consiglio e il commissariamento della città con la prospettiva di nuove elezioni è stato chiesto dal Movimento 5 Stelle. Orfini ha risposto: «La linea dello scioglimento di questa amministrazione è la linea della mafia, di quei poteri criminali che hanno provato a infiltrare questa amministrazione e hanno poi tentato di aggredirla, perché non faceva quello che dicevano».
• Belle parole, ma tra gli aggressori c’erano gli stessi dirigenti del Pd romano a cui Marino stava cordialmente sulle scatole.
Orfini deve saperlo, perché gli rende l’onore delle armi: «Questa amministrazione è stata un argine contro i poteri criminali. Ciò che emerge dimostra come ci sia stata un’aggressione a questa amministrazione». Anche Repubblica, che non s’è risparmiata a suo tempo contro Marino, ieri ha ammesso: «Un dubbio nasce ora che i magistrati hanno scoperchiato scientificamente il termitaio: non sarà che la campagna della Panda Rossa contro il sindaco Ignazio Marino, fomentata a destra e a sinistra, nasce nelle spire del “Mondo di Mezzo” che non ha gradito qualche altolà? Perché Marino non sarà il miglior sindaco possibile per la capitale d’Italia, è alquanto gaffeur e certe volte sembra il cugino di Forrest Gump. Ma non è uomo di malaffare».
• Tutto vero, però lo scioglimento potrebbe essere giustificato dal fatto che, in ogni caso, l’assessore alla Casa Daniele Ozzimo, essendo indagato, s’è dimesso. Idem il presidente dell’Assemblea, Mirko Coratti.
A queste dimissioni si devono aggiungere quelle del presidente della Commissione Trasparenza dell’Assemblea Capitolina, Giovanni Quarzo, che si è anche sospeso da capogruppo di Forza Italia in Comune. Ha anche lasciato il suo incarico Luca Gramazio, sempre di Forza Italia, che invece guidava il gruppo azzurro in Regione. Sono tutti indagati, insieme al consigliere regionale Eugenio Patanè del Partito Democratico. Su questi qui, nuovi venuti, stava lavorando Buzzi, il braccio destro di Carminati. C’è un’intercettazione immediatamente successiva all’elezione di Marino (alla cui campagna elettorale aveva dato un contributo di 30 mila euro) in cui lo si sente dire a Carminati: «Sto in giro pe’ dipartimenti a saluta’ le persone». Al che Carminati risponde: «Bisogna vendersi come le puttane, adesso... E allora mettiti la minigonna e vai a batte co’ questi, amico mio».
• Lei ha detto che sono sotto indagine i consiglieri regionali Gramazio e Patanè? Significa che l’inchiesta potrebbe toccare la Regione?
Il Procuratore generale Pignatone ha detto che altri nomi usciranno, e non di poco peso. Si tratta di una ventina di persone. Finora, le ricordo, ci sono 37 arrestati e 76 indagati. Le indagini potrebbero toccare anche i politici regionali, tant’è vero che il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti (fratello dell’attore Luca Zingaretti) ha avviato un’indagine conoscitiva presso tutte le principali centrali appaltanti, cioè Asl, Ater, Centrale Unica e Dipartimenti per sapere se società legate all’inchiesta abbiano partecipato a gare e a bandi pubblici ed il loro esito. In attesa delle verifiche, il presidente Zingaretti, per prudenza, ha anche sospeso l’assegnazione delle gare in corso.
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